La disponibilità del primo ministro israeliano, Ehoud Olmert, ad accettare le richieste della Siria sulle Alture del Golan rispetta il principio “terra in cambio di pace”. L'iniziativa – che non è ispirata dagli Stati Uniti – è un errore clamoroso che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza di Israele e degli Stati Uniti.Mentre la Siria non ha nulla da perdere dalla riapertura dei negoziati, Israele non ha nulla da guadagnare, finché non otterrà dalla Siria l'esplicito riconoscimento dello Stato di Israele e l'impegno ad abbandonare la politica di sostegno al terrorismo che conduce insieme all'alleato iraniano.
A quanto pare le Alture del Golan non saranno concesse ai siriani. Ma la vera questione è che né la Siria né Israele hanno un vero interesse a pagare il costo della pace. La Siria non ha intenzione di rompere i suoi rapporti con le organizzazioni terroristiche in Libano e Palestina e Israele non ha alcun interesse a rischiare la propria sicurezza concedendo una terra così strategica in cambio di una pace dai contorni ambigui.
Non si ha mai certezza, quado si avvia un negoziato di pace in Medio Oriente, di riuscire a giungere fino in fondo. L'ultima iniziativa annunciata congiuntamente dai governi israeliano e siriano della ripresa dei colloqui tra i due paesi in guerra dal 1967, legittima le perplessità espresse in queste ore da molti commentatori – non ultima, la credibilità con cui un Olmert sospettato di corruzione può farsi garante presso il suo paese di un accordo di pace con un nemico storico come la Siria; tuttavia, la riservatezza con cui la trattativa è stata condotta e l'alto livello della mediazione, inducono a ben sperare.
Si è aperta mercoledì a Bethlemme la prima Conferenza Internazionale per gli Investimenti in Palestina, alla presenza dei rappresentanti della diplomazia e del business internazionale. Significativa la composizione delle delegazioni: Robert Kimmitt, vice segretario di stato al tesoro Usa, il Ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e l'inviato del quartetto per il Medio Oriente, Tony Blair. L'obbiettivo della Conferenza – un'iniziativa lanciata in occasione della Conferenza dei donatori di Parigi, dello scorso dicembre – è quello di sostenere la pace attraverso lo sviluppo economico dei territori, secondo la linea adottata dal piano Blair.
Il capo della diplomazia francese, Bernard Kouchner si dice scettico sulla possibilità di raggiungere un accordo tra Israele e autorità palestinese entro la fine del 2008, ritenendo la colonizzazione israeliana un ostacolo alla pace.
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