È un'ottima cosa che I negoziati con Siria, da una parte, e Hamas, dall'altra, procedano parallelamente. È necessario tuttavia agire con urgenza. Israele, Egitto ed Hamas hanno interesse a che il tahadiyeh – il cessate il fuoco temporaneo – diventi operativo al più presto. Per Israele si tratta di dare un po' di sicurezza ai cittadini che vivo a sud del paese; per Hamas, l'esigenza è di sbloccare il blocco economico di Gaza; per l'Egitto si tratta di prevenire che l'esplosione della violenza nei territory possa estendersi al paese. Ma Israele ha un'altra ragione per voler accelerare l'accordo con Hamas: la liberazione di Gilad Shalit. Per la liberazione del soldato, da molti mesi nelle mani di Hamas, i palestinesi chiedono una trattativa separata che preveda lo scambio di prigioneri.
La visione di Bush, la sua “road map” per raggiungere la pace entro dicembre…è tutto sparito senza lasciare traccia. Abissale la distanza tra Gerusalemme ed Annapolis; abissale la distanza tra la Knesset e la realtà.
I Siriani sono stati astuti. Hanno ingannato il mondo arabo, trattando su due fronti: da una parte, mantenendo il controllo sul Libano e rafforzando il legame con l'Iran; dall'altra trattando segretamente con Israele.
Israele è convinto di poter convincere Damasco a rompere con l'Iran con la deterrenza della sua superiorità militare. Ma il vero interesse della Siria per il negoziato risiede altrove. Sottoposta alla pressione dell'Onu per le responsabilità nell'omicidio dell'ex primo ministro libanese, Rafic Hariri, la Siria affronta oggi una crisi economica che la rende sempre più bisognosa di nuovi investimenti. Se il negoziato con lsraele dovesse limitarsi al Golan, le prospettive di successo sarebbero limitate.
Osama bin Laden ha recentemente lanciato un appello per estendere a Israele la lotta per la liberazione della Palestina. Si tratta del secondo messaggio, dopo quello dello scorso dicembre, in cui il capo di Al Qaeda lascia intendere di voler colpire Israele. C'è il sospetto che più che un cambiamento di strategia si tratti di un tentativo di disorientare l'occidente, facendo credere che l'obbiettivo di Al Qaeda non sia la diffusione della jihad islamica – per combattere la quale il mondo occidentale non esiterebbe ad allearsi – ma la liberazione della Palestina dall'occupazione israeliana, cosa che agli occhi del mondo renderebbe la minaccia meno pericolosa.
Termini d'uso | Crediti | Registrazione Tribunale di Milano n°537 del 15/10/1994 - P.iva: 09155900153 - La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250