SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA- 26 maggio di Critica Sociale
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... Gli accordi di Doha sono molto più che una vittoria di Hezbollah sulla coalizione pro-occidentale. Sono il primo esempio concreto dei limiti della potenza americana in Medio Oriente e della contemporanea emersione di una nuova compagnia di attori politici intenzionata ad assumere la responsabilità della regione. Turchia, Israele, Iran Hezbollah, Siria, Hamas, Arabia Saudita hanno chiaramente assunto la linea del negoziato contro la dottrina dello scontro assolutista imposta dagli americani.L'aspetto più significativo è che anche Israele ha palesemente deciso di ignorare i “consigli” dell'amministrazione americana, trattando con la Siria ed Hezbollah. Ed il risultato non è la sconfitta del bene sul male ma la prima, vera prospettiva di pace che si profila nella regione.
La fine del sit-in installato nel centro di Beirut 18 mesi fa dall'opposizione, in segno di protesta contro la maggioranza del governo Siniora, offre nuove opportunità di sviluppo alle imprese locali, in particolare nel settore della ristorazione e del turismo.
Nicolas Sarkozy ha assicurato al Ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, che la Francia non tratterà con Hamas. Smentendo quanto sostenuto la scorsa settimana dal responsabile della diplomazia francese, Bernard Kouchner, che aveva confermato i contatti ufficiosi con il gruppo palestinese, il Presidente della Repubblica ha emesso una dichiarazione ufficiale dopo aver incontrato a Parigi la ministra israeliana, in occasione della festa pro-Israele organizzata domenica nella capitale francese. Sarkozy si recherà il prossimo giugno in visita ufficiale a Gerusalemme dove è previsto un suo intervento alla Knesset.
L'accordo di Doha non risolve le questioni cruciali alla base della crisi libanese. Hezbollah conserva le armi, nonostante l'interdizione imposta da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, mantenendosi uno Stato nello Stato.L'arco sciita ne esce rafforzato, ancor più dal momento che nè Stati Uniti né Francia - i paesi occidentali che tradizionalmente hanno esercitato influenza sul paese – hanno avuto alcun ruolo nei negoziati. Le comunità sunnita, cristiana e drusa di Beirut sono indebolite. Se si vuole che il Libano viva, è necessario sostenere l'accordo, facendo in modo che le elezioni del 2009 si svolgano serenamente e con il supporto dei caschi blu la cui missione sul campo è oggi più importante che mai.
A poche settimane dalla sua inaugurazione ufficiale, prevista il 13 luglio prossimo, a Parigi, l'Unione per il Mediterraneo mostra già l'impossibilità a renderla un progetto all'altezza delle ambizioni francesi.L'Eliseo oggi fatica addirittura a stilare la lista dei paesi che vi parteciperanno. Algeria, Libia e Siria la snobbano mentre Bruxelles ne riprende il controllo confinando l'iniziativa al ben meno ambizioso ed efficace Processo di Barcellona. Senza un vero budget e vincolata alle contorsioni diplomatiche che hanno portato ad una situazione paradossale -la Lettonia farà parte dell'EuroMed come la Francia siederà nell'Uni...
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