John McCain non perde l'abitudine di sorprendere. Durante un discorso tenuto all'Università di Denver, in Colorado, il sicuro candidato Repubblicano alla presidenza ha discusso di armamenti e proliferazione nucleare. McCain ha esposto l'urgenza e la desiderabilità di negoziare con la Russia un accordo per il controllo e la riduzione delle armi nucleari in dotazione alle due potenze. Una forte presa di posizione a favore della non-proliferazione che smarca il senatore dell'Arizona dalla politica dell'amministrazione uscente, mette in discussione la fama di falco attribuitagli dagli avversari politici in merito alla guerra in Iraq e distingue Mac dai suoi rivali Democrats, chiamati ora a pronunciarsi sull'argomento. Abile mossa del senior senator quella di dettare l'agenda in un settore, la sicurezza nazionale, dove non teme confronti. McCain ha rievocato il sogno reaganiano di eliminazione universale delle armi nucleari, ma il suo obbiettivo è piuttosto la costruzione di un framework internazionale che ne impedisca l'utilizzo. Prevenzione quindi, non eliminazione.
In piena emergenza, con la recessione alle porte, nel mese di marzo il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke decise di effettuare una netta virata nella politica monetaria americana. Nei mesi successivi gli operatori, i commentatori ed i politici avrebbero assistito all'attuazione della Dottrina Bernanke, la ricetta del governatore per traghettare l'economia Usa, e mondiale, fuori dalle secche della crisi. Un rilancio del ruolo della Fed, che per settimane era parsa subire gli eventi passivamente. Una risposta ai critici di Bernanke, pronti a definirlo un accademico non troppo lesto ad attrezzarsi per gestire le emergenze. Molti scettici di Wall Street si stanno ricredendo sul conto del governatore, ma altri ancora rimproverano alla sua dottrina di aver condotto ad un aumento dell'inflazione e di essere responsabile, in seguito al taglio deciso dei tassi d'interesse, dell'indebolimento del dollaro. Vi è inoltre chi, stante la rinnovata enfasi sull'interventismo pubblico e la regolamentazione, teme per l'indipendenza della Fed.
Nonostante a Wall Street s'intraveda la possibilità di evitare ciò che veniva considerato ineluttabile, ossia la recessione, il mercato della casa negli Usa non dà segni di miglioramento. Anzi, gli economisti lanciano l'allarme: la depressione immobiliare potrebbe continuare per parecchi anni.
Al neo-eletto Presidente del Libano, Michel Sleiman, si offrono due strade alternative per gestire il dossier Hezbollah: negoziarne il disarmo, garantendo allo Stato la prerogativa della forza, o convenire ad una soluzione “atipica”, che riservi all'organizzazione sciita la responsabilità di partecipare alla gestione dell'esercito nell'ottica di una strategia gestita, sul piano politico, all'interno del sistema istituzionale. Questa seconda strada, sebbene più rischiosa, potrebbe rivelarsi la sola realmente percorribile dato il potere di veto che rende il governo ostaggio di Hezbollah.
La riforma del sistema giudiziario è un passo necessario se si vuole restituire credibilità alle nuove istituzioni nazionali. Una giustizia indipendente è il principio basilare di ogni democrazia. In Libano, dopo l'omicidio dell'ex premier Rafic Hariri, la non in...
Termini d'uso | Crediti | Registrazione Tribunale di Milano n°537 del 15/10/1994 - P.iva: 09155900153 - La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250