SELEZIONE DELLA STAMPA ESTERA- 29 maggio di Critica Sociale
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... anniversario dello Stato di Israele non è più il solo amico. A Gerusalemme era presente in quella festosa circostanza anche il “re” dell'acciaio indiano, Lakmar Mittal, simbolo di un futuro non troppo remoto nel quale gli Usa dovranno condividere con India, Cina, Russia, Brasile e, se lo vorrà, l'Unione europea, la scena della geopolitica mediorientale. In Israele si discute già il futuro multipolare e per molti la prospettiva di una rete relazionale più ampia del tradizionale tete-à-tete con gli Usa non è affatto negativa.
Ali Larijani è stato nominato speaker del parlamento iraniano. Larijani, sino ad ottobre negoziatore per il programma nucleare nazionale, carica poi lasciata per dissapori con Ahmadinejad, è un convinto conservatore e ferreo sostenitore del diritto del suo Paese di acquisire la tecnologia atomica. Tuttavia, la sua ascesa ad un ruolo tanto importante testimonia la crescente disaffezione, negli stessi ranghi conservatori, rispetto all'azione dell'attuale leadership, soprattutto per ciò che riguarda la politica economica. Ora, Ahmadinejad dovrà fare i conti con un'assemblea parlamentare diretta da una personalità a luiostile e questo alla vigilia delle presidenziali del prossimo anno. Larijani, contrariamente alla retorica del presidente in carica, si è sempre dimostrato propenso a raggiungere un compromesso con la comunità internazionale.
L'Aiea ha lanciato l'ennesimo allarme sulla scarsa collaborazione iraniana. Il programma nucleare di Teheran prosegue, mentre il segretario di Stato Condoleeza Rice continua a ribadire che l'America non permetterà all'Iran di diventare una potenza nucleare ed il rappresentante della politica estera Ue Javier Solana cerca di lusingare ed ammansire Ahmadinejad. Intanto il tempo scorre ed è chiaro che la patata bollente passerà alla prossima amministrazione Usa. John McCain sembra avere le idee chiare su come trattare Teheran, mentre Barack Obama nicchia, parlando della necessità di opporre un atteggiamento fermo all'ostruzionismo iraniano. Lo stesso atteggiamento fermo in più circostanze evocato dall'attuale amministrazione, ma che non sta sortendo risultati apprezzabili.
Non posso rimanere in silenzio di fronte alle uscite del candidato presidenziale Barack Obama davanti alla Cuban American National Foundation. Obamaè senz'altro una persona intelligente, un grande oratore ed il candidato più progressista rimasto in lizza. Ma come posso tacere sul fatto che egli abbia criticato Cuba, considerandolo un Paese privo di libertà, che mai ha conosciuto la democrazia e che non rispetta i diritti umani? Come può dirlo un rappresentante di quella nazione, l'America, che persiste nell'imporci un embargo, i cui effetti sono paragonabili a quelli di un genocidio poiché si riflette sulle condizioni di vita di milioni di donne e bambini?Dimentica forse il supporto dato dal suo Paese a regimi dittatoriali in tutto il mondo? E molte altre sono le questioni che vorrei porre, non perché mi attenda una risposta ma solo per riaffermare la realtà dei fatti. Mai vorrei che i giovani americani crescessero con una visione distorta di cosa ha significato , e cosa rappresenta, la Rivoluzione Cubana.
L'obbiettivo dell'offensiva seduttrice di Sarkozy in Europa orientale è quello di non lasciare alla Germania il monopolio dei buoni rapporti con i nuovi partner europei. Soprattutto alla vigilia della presidenza francese della Ue. La Francia ha interesse a trovare alleati sui principali dossier dell'agenda europea; la difesa, è tra questi. Il consenso di paesi come la Polonia e l'Ungheria, diventa cruciale soprattutto ora che il premier britannico potrebbe aver difficoltà ad impegnarsi sul dossier europeo. Sarkozy ha offerto alla Polonia la massima disponibilità della Francia ad accogliere la manodopera polacca. Un gesto di distensione senz'altro apprezzato dalla Polonia. La Francia cerca inoltre di prendere in contropiede la Germania sul nuclea...
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