Il Presidente siriano, Bashar al-Assad, ha cambiato strategia: ha permesso che si raggiungesse a Doha l'accordo che ha aperto le porte alla stabilizzazione politica del Libano, ha avviato un dialogo con Israele, per il tramite della Turchia, ed ha offerto agli Usa un inequivocabile segnale di distensione, sostituendo il Capo dei servizi militari sul quale pendevano i sospetti per l'omicidio del Premier libanese, Rafic Hariri. Questo significativo cambiamento di strategia si sta rivelando efficace. La Siria, che ha necessità di promuovere l'afflusso di capitali stranieri, ha cominciato infatti a beneficiare non solo sul piano politico – come dimostrare la riapertura delle relazioni diplomatiche con la Francia – ma anche su quello strettamente economico – come conferma un recente accordo con l'Arabia Saudita per la fornitura di derrate alimentari primarie.
Perché la Francia cerca con tanta determinazione di riprendere il dialogo con la Siria? Le divergenze tra i due paesi sono sostanziali su molti punti, dall'Iran al sostegno di Damasco ad Hezbollah. Certamente la Siria ha interesse ad allentare l'ostilità della Francia, sia come fine in sé sia nella prospettiva di un miglioramento dei rapporti con gli Usa. Ma dal coté francese, i vantaggi sono meno evidenti. Anche rispetto all'Unione del Mediterraneo che il Presidente Sarkozy lancerà ufficialmente il prossimo luglio.
Quello che il Presidente iraniano, Ahmadinejad non ha ancora compreso è che mentre lui investe sul petrolio, Israele punta sulla preziosa delle “rosse rinnovabili”, le risorse umane. La qual cosa non solo rende Israele destinato ad un futuro più prospero di quello che si prospetta per la gioventù iraniana, ma fa riflettere sulla miopia strategica dell'Iran e sulla sostanziale inefficacia della sua minaccia.
Lo scorso aprile, il capo di Hamas in esilio, Khaled Méchaal, aveva promesso a Jimmy Carter che avrebbe fornito le prove che il caporale israeliano Gilad Shalit, rapito due anni fa da miliziani vicini all'organizzazione islamica palestinese, era ancora vivo. Ebbene la promessa è stata mantenuta. Attraverso la Fondazione presieduta dall'ex Presidente Usa, è stata trasmessa alla famiglia una lettera del figlio.
The Daily Star Sarkozy's Shebaa Farms gambit has much to recommend it Nel definire la soluzione delle Shebaa Farms, ancora occupate da Israele, come inscindibile dalla questione libanese, il Presidente Sarkozy ha aperto un varco di speranza, nonostante i problemi legati ai territori occupati, ovvero il ruolo di Hezbollah e la questione dei confini con la Siria che, rivendicando il diritto al controllo su Shebaa, potrebbe creare un contenzioso diplomatico con Beirut.
Alla vigilia della Conferenza sull'Afghanistan che si terrà a Parigi il 12 giugno, la comunità internazionale sta esercitando pressioni sul Presidente Hamid Karzai perché riduca la richiesta di 50 miliardi di dollari avanzata per implementare la nuova Strategia di Sviluppo Nazionale.
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