L'ex Ministro degli Esteri israeliano giudica il negoziato di pace tra Israele e Siria un'iniziativa di importanza vitale per entrambe le parti.La pace con Israele non è una priorità di Assad. È, piuttosto, il pre-requisito per raggiungere obbiettivi più ambiziosi – il riavvicinamento agli Usa, il riconoscimento di uno status speciale in Libano, ed una assicurazione dal rischio di una Guerra potenzialmente devastante sul Golan. Ma l'accordo con la Siria incontra anche gli interessi di Israele. Se a Gaza si dovesse arrivare allo scontro frontale con Hamas, infatti, il rischio di estendere il conflitto al Libano sarebbe quasi una certezza se la Siria autorizzasse Hezbollah ad unirsi ai fratelli palestinesi. In tal caso, Israele vincerebbe solo ad una condizione: distruggere completamente il Libano.
L'Eliseo conferma di aver rivolto un invito ufficiale al Presidente siriano per la tradizionale cerimonia del 14 luglio, ricorrenza della presa della Bastiglia. Bachar al-Assad siederà in tribuna d'onore, al fianco dei Capi di Stato e di Governo di circa cinquanta paesi. La presenza a Parigi dell'uomo forte di Damasco comincia già a suscitare polemiche. Walid Joumblatt, leader druso libanese fa sapere da Beirut che la presenza del Presidente siriano a Parigi è “una vergogna per la Francia”. Scetticismo anche dagli Usa: Condoleezza Rice spera che Parigi lanci alla Siria “lo stesso messaggio che il mondo intero continua ad inviare: la pace con Israele.”Assad sarà già a Parigi, per partecipare il 13 luglio al summit di lancio dell'Unione per il Mediterraneo, come ha confermato il Ministro degli Esteri, Bernard Kouchner.
Forse Barack Obama ha trovato una soluzione creativa per risolvere la crisi del mercato immobiliare che rischia di trascinare l'America nella recessione: in primo luogo, permettere a chiunque di comprare proprietà immobiliari fruendo degli sconti a lui concessi dall'amico immobiliarista, ed ora indagato, Tony Retzko; in secondo luogo, concedere agli americani la possibilità di avere mutui agevolati, come è accaduto alla società Fanny Mae, dove lavorava il suo consulente James A. Johnson, grazie all'interessamento della finanziaria Countrywide. Finanziaria che ha giocato un ruolo centrale nel determinare la crisi dei subprime. Gli amici di Obama gli stanno insomma creando una serie di guai e i loro maneggi inducono una domanda: è in questo modo che egli vuole cambiare i costumi politici di Washington?
Obama perde uno dei suoi consulenti più esperti e navigati, un uomo che frequenta da almeno tre decadi gli ambienti del potere a Washington e che conosce i meccanismi politico- legali che permettono il funzionamento della macchina politica americana. James A. Johnson, ex managerdella Fanny Mae, era, fino a ieri, un collaboratore tra i più apprezzati del senatore dell'Illinois (dopo esserlo stato di John Kerry nel 2004), impegnato com'era nella selezione del candidato Democratico alla vice-presidenza. Tuttavia, il compromettente episodio della Countrywide aveva scatenato aspre polemiche sul suo conto sia da parte della stampa statunitense, che di John McCain, che dell'intero Partito Repubblicano. Le dimissioni pres...
Termini d'uso | Crediti | Registrazione Tribunale di Milano n°537 del 15/10/1994 - P.iva: 09155900153 - La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250