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LA CRONOLOGIA DAL 1968 AL 1977
I fatti nel Mondo negli anni della Rivoluzione sessantottina
di Paolo Sensini



1968

L'assemblea generale dell'ONU approva il 12 giugno il trattato contro la proliferazione delle armi nucleari, che verrà poi firmato da oltre 100 paesi ed entrerà in vigore il 5 marzo 1970. Non aderiscono la Cina Popolare, la Francia e l'India.

In Italia l'ondata di protesta nelle università prosegue dall'anno precedente. Inizia Torino il 10 gennaio. L'11 la polizia interviene nell'ateneo di Padova. Il 17 viene occupata l'università di Pisa. Il 23 quella di Firenze, il 24 quella di Lecce, il 25 quella di Siena. Il 31 sono gli studenti di Trento a occupare l'università.

A Roma, nei pressi della facoltà di architettura, si verificano il 1° marzo gravi scontri fra gli studenti e le forze dell'ordine che impediscono di raggiungere la facoltà occupata. I viali di Valle Giulia sono pieni di giovani contestatori, mentre nelle rampe di via Gramsci sono radunate le camionette della polizia. Uno scontro violento che provoca numerosi feriti e scuote l'opinione pubblica. Pier Paolo Pasolini accusa gli studenti di essere borghesi, come i loro padri. Lo stesso giorno continuano le occupazioni nelle università italiane: Padova, Venezia, Bologna, Palermo. Si tratta di un fenomeno ormai generale che raggiunge tutti gli atenei italiani. Il 25 marzo, davanti all'università Cattolica di Milano, gli scontri con la polizia provocano una settantina di feriti.

Continua l'occupazione delle principali università italiane e di numerose scuole superiori. A Roma gli studenti occupano Magistero, a Torino il 19 novembre un grande corteo registra la partecipazione degli studenti delle scuole medie superiori e di tre facoltà occupate.

A Milano, la prima al teatro "La Scala" è contestata dagli studenti che tirano uova e ortaggi contro gli illustri partecipanti (7 dicembre). Il leader del movimento studentesco milanese, Mario Capanna, incita gli agenti di polizia a schierarsi con i manifestanti.

In Francia, le violente dimostrazioni studentesche scoppiate in marzo all'università di Nanterre si ripetono in maggio alla Sorbona, che viene occupata dagli studenti e in seguito chiusa dalle autorità. È il cosiddetto "Maggio francese": migliaia di giovani scendono nelle piazze e si scontrano ripetutamente con la polizia: il movimento si estende quindi ai lavoratori e, dopo la proclamazione dello sciopero generale, assume un carattere preinsurrezionale. Il 24 maggio il generale De Gaulle, che si era preventivamente assicurato l'assoluta fedeltà dell'esercito, rivolge un appello alla popolazione invitandola a ristabilire l'ordine: le successive trattative fra governo e centrali sindacali si concludono con un accordo per la concessione di aumenti salariali. Il 30 maggio il parlamento viene sciolto e sono indette nuove elezioni generali straordinarie: queste si svolgono il 30 giugno e segnano un trionfo del partito gollista, che sfrutta l'ondata di paura diffusasi fra la piccola borghesia in seguito agli eventi del maggio. L'11 luglio Maurice Couve de Murville, che aveva tenuto il dicastero degli esteri per dieci anni, succede come primo ministro a Georges Pompidou.
Nella Repubblica Federale Tedesca si sviluppano violente agitazioni studentesche contro un progetto di legge che prevede la sospensione delle garanzie democratiche in caso di minacciata sovversione. L'11 aprile il leader del movimento studentesco SDS, Rudi Dutschke, viene gravemente ferito in un attentato; gli studenti danno vita a imponenti manifestazioni, sostanzialmente incomprese dal resto della popolazione. In maggio le "leggi di emergenza" sono approvate dal parlamento federale.

Nella Repubblica Democratica Tedesca, il 6 aprile viene approvata una nuova costituzione che definisce il paese "uno Stato socialista"; grazie a un notevole sviluppo industriale, la RDT si afferma come il paese dell'Europa orientale dall'economia più solida e dal più elevato tenore di vita.

In Polonia si verificano in marzo vaste agitazioni studentesche contro la censura e il conformismo ideologico del regime, che risponde con un nuovo giro di vite repressivo.

In Cecoslovacchia, dopo una dura lotta in seno al Comitato centrale del Partito comunista e sull'onda di una forte spinta popolare al rinnovamento e alla riforma dei metodi di gestione economica, Alexander Dubcek sostituisce Antonín Novotny, quale segretario del Partito comunista (gennaio). Il 30 marzo, dopo le dimissioni di Novotny, il generale Ludvik Svoboda viene eletto presidente della repubblica. È avviata un'intensa attività riformatrice sia in campo economico sia in quello della cultura; è inoltre adottato un nuovo programma di partito che ristabilisce le libertà di parola e di associazione e abolisce la censura. Il "nuovo corso" viene sostenuto calorosamente dalla popolazione: si registra una vasta partecipazione operaia e studentesca alla vita politica. La cosiddetta "Primavera di Praga" suscita però immediate apprensioni negli ambienti più conservatori, legati alla burocrazia di partito e all'Unione Sovietica. Fra il 20 e il 21 agosto truppe sovietiche e degli altri paesi del patto di Varsavia invadono e occupano il paese. Il governo cecoslovacco, per evitare inutili ...


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