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LA CRONOLOGIA DAL 1968 AL 1977
I fatti nel Mondo negli anni della Rivoluzione sessantottina
di Paolo Sensini



(pagina 3)

... e Tre Culture, 3 ottobre), cui seguono migliaia di arresti tra gli studenti e i militanti della sinistra.

In Brasile, dopo violente agitazioni studentesche contro la politica repressiva del governo (marzo-agosto), il Presidente Costa e Silva emana il 13 dicembre un atto istituzionale che gli conferisce i poteri di proclamare lo stato di assedio, sospendere i diritti politici dei cittadini e le attività del parlamento, e governare per decreto.Viene istituita una rigida censura sull'informazione e sono sistematicamente perseguitate le opposizioni.

In Bolivia scoppiano in luglio tumulti popolari in seguito alla rivelazione che un ex ministro degli interni ha consegnato a Cuba documenti relativi alla morte di Ernesto "Che" Guevara. Il governo del generale Barrientos sospende le garanzie costituzionali e decreta lo stato di emergenza.


1969

In Italia il 5 luglio cade il governo di centro-sinistra presieduto da Rumor; contemporaneamente l'ala destra del Partito socialista italiano abbandona il partito e dà nuovamente vita al Partito socialista unitario, che nel 1971 prenderà il nome di Partito socialista democratico italiano. Il 5 agosto Rumor forma un nuovo ministero di soli democristiani. Il paese è scosso da una vsta ondata di agitazioni sociali che ha per protagonista gli studenti, in lotta contro un sistema scolastico decisamente arcaico, e alcuni strati operai, specialmente i giovani immigrati nelle industrie del Nord.

Un gruppo di dirigenti e militanti del Partito comunista italiano, in posizione critica nei confronti della linea politica del partito, dà vita alla rivista "il manifesto" (in seguito trasformatasi in quotidiano), diretta da Lucio Magri e Rossana Rossanda, che in novembre vengono radiati con altri compagni dal PCI.

In tutta l'Italia si svolgono in settembre manifestazioni di protesta. A scendere in piazza sono gli operai metalmeccanici. È l'inizio dell'"autunno caldo". Avviatesi nelle grandi industrie del Nord, le lotte sindacali hanno per protagonista principale l'operaio scarsamente qualificato, spesso immigrato dal Sud, sul quale gravano la difficoltà di inserirsi in un contesto urbano e l'assenza di servizi sociali. Queste stagioni di lotta coincidono con la riscoperta della centralità operaia teorizzata da molti gruppi extraparlamentari e dal movimento studentesco che occupa le principali università italiane.

Il 12 dicembre, nel pieno di aspre lotte sociali culminate nelle agitazioni per il rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici, si verificano a Milano e a Roma alcuni gravissimi attentati (bombe alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, e all'Altare della Patria) che provocano 16 morti e una novantina di feriti. È l'inizio della "strategia della tensione", riconducibile ai servizi segreti che mirano a gettare il paese in un clima da guerra civile e favorire una svolta autoritaria. In un primo tempo la responsabilità degli attentati viene attribuita agli anarchici; Pietro Valpreda viene arrestato, Giuseppe Pinelli muore precipitando da una finestra della questura milanese nel corso di un interrogatorio. A Roma sono fermate quattordici persone del circolo anarchico "XXII marzo".

Nell'Irlanda del Nord, una marcia per i diritti civili organizzata a Londonderry dai cattolici provoca fra dimostranti ed estremisti protestanti duri scontri (5 gennaio). Nuovi gravissimi incidenti oppongono il 20 aprile le comunità cattolica e protestante. Il governo britannico decide di inviare truppe a presidiare la regione, ma ciononostante i tumulti si ripetono in agosto, quando entrano in azione i militanti dell'Esercito repubblicano irlandese (IRA). Il 19 agosto il primo ministro britannico Wilson s'incontra con il collega nordirlandese Chichester-Clark: viene deciso di affidare alle truppe britanniche il controllo dell'ordine pubblico e di promuovere una serie di riforme destinate a rispondere alle esigenze della comunità cattolica.

Nella Germania federale, il socialdemocratico Gustav Heinemann viene eletto il 5 marzo presidente della repubblica. Il 29 settembre la stanchezza dell'elettorato per quasi trent'anni di gestione del potere da parte dei democristiani si traduce in un notevole successo dell'SPD alle elezioni parlamentari. I socialdemocratici, che hanno conquistato il 42,7% dei voti, si uniscono ai liberali e formano un governo di coalizione presieduto da Willy Brandt, che annuncia iniziative per favorire la distensione con paesi dell'Europa orientale.

In Cecoslovacchia, in aprile gli elementi filosovietici consolidano il proprio potere e costringono alle dimissioni Dubcek, Smirnovs, e altri esponenti del "nuovo corso". Con l'approvazione dei sovietici, Gustáv Husák viene nominato segretario generale del Partito comunista; si dà inizio a una sistematica epurazione dei sostenitori della liberalizzazione; vengono colpiti intellettuali, quadri di partito e migliaia di semplici cittadini e si provvede a restaurare una rigida censura sulle informazioni.

Lungo il confine cino-sovietico sul fiume Ussuri si verificano in marzo ripetuti incidenti di frontiera. Le due potenze si scambiano note minacciose ma gli scontri restano circoscritti. Un breve incontro (11 settemb...


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