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LA CRONOLOGIA DAL 1968 AL 1977
I fatti nel Mondo negli anni della Rivoluzione sessantottina
di Paolo Sensini



(pagina 4)

... re) fra il primo ministro sovietico Kosygin e il primo ministro cinese Shou En-lai all'areoporto di Pechino non produce alcuna schiarita nei rapporti fra i due paesi. Il 20 ottobre riprendono a Pechino i colloqui cino-sovietici per la definizione della vertenza confinaria fra Cina e Unione Sovietica.
Si tiene a Mosca, dal 4 al 17 giugno, un'importante conferenza mondiale dei partiti comunisti. Il segretario del Partito comunista sovietico Breznev ripropone la dottrina della "sovranità limitata" dei paesi socialisti e chiede una condanna delle posizioni cinesi. Non partecipano alla conferenza cinesi, coreani, vietnamiiti, albanesi e jugoslavi.

I paesi del Patto di Varsavia riunitisi a congresso il 17 marzo propongono all'Occidente la convocazione di una conferenza sulla sicurezza europea; le reazioni dei paesi della NATO, impressionati dall'intervento in Cecoslovacchia, sono molto caute; in dicembre la proposta viene approvata a condizione che alla conferenza partecipino anche Stati Uniti e Canada.

La conferenza dei capi di Stato dell'Organizzazione per l'Unità Africana (OUA), riunitasi a Addis Abeba dal 6 al 10 settembre, decide di intensificare l'appoggio ai movimenti di liberazione delle colonie portoghesi.

In Libia, il re Idris, in visita all'estero, viene deposto il 31 agosto da un colpo di Stato militare guidato dal capitano Muhammar Gheddafi. Il parlamento viene sciolto e sostituito da un consiglio rivoluzionario. La nuova Repubblica Araba di Libia, proclamata il 1° settembre, adotta una politica di intransigente nazionalismo e di strenua difesa del panarabismo e degli insegnamenti del Corano.

Libia, Egitto e Sudan sottoscrivono il 27 dicembre a Tripoli un patto di collaborazione, dando vita a un Fronte rivoluzionario arabo.

In Somalia, ucciso il presidente Shermarke, i militari prendono il potere (21 ottobre) e istituiscono un consiglio supremo della rivoluzione, che esautora il parlamento e mette al bando i partiti. Il governo, guidato dal generale Maxamed Siyaad Barre, promuove riforme sociali e nel maggio 1970 decreta la nazionalizzazione delle banche e delle compagnie petrolifere. La Somalia adotta una politca di non-allineamento e stabilisce strette relazioni con l'Unione Sovietica e i paesi "socialisti".

La Rhodesia adotta il 29 novembre una nuova costituzione, approvata per referendum il 20 giugno, che sancisce l'istituzione della repubblica, ribadisce i privilegi della minoranza bianca e istituisce un regime di apartheid simile a quello sudafricano; la popolazione di colore rimane priva di alcuni fondamentali diritti civili e non può partecipare attivamente alla vita politica del paese. La Rhodesia rompe ogni rapporto con la Gran Bretagna.

In Sudafrica, le elezioni per il consiglio rappresentativo della gente di colore, un organismo istituito dal governo per dare una parvenza di partecipazione politica alla popolazione di sangue misto, svoltesi il 25 settembre, fanno registrare una vittoria del Partito laburista, contrario alla politica di apartheid. I neri, che costituiscono oltre il 75% della popolazione, sono sempre privati dei fondamentali diritti civili.

Il 4 febbraio si riunisce al Cairo il congresso nazionale palestinese; Yasser Arafat viene eletto presidente del comitato esecutivo dell'OLP. Il Fronte popolare (FPLP) di George Habash rifiuta di partecipare ai lavori e accusa di moderatismo le altre organizzazioni.
Nelle zone liberate del Vietnam del Sud, il Fronte nazionale di liberazione dà vita l'8 giugno a un governo rivoluzionario provvisorio (GRP). A Midway, nel corso di un incontro con Van Thieu, il presidente Nixon annuncia il ritiro di 25.000 soldati statunitensi dal Vietnam

Il 3 settembre muore ad Hanoi il presidente della Repubblica Democratica del Vietnam, Ho Chi Minh, il cui "spirito rivoluzionario" ha animato per quasi mezzo secolo la causa dell'indipendenza dell'Indocina.

A Pechino, si svolge dal 1° al 24 aprile il IX congresso del Partito comunista cinese, che sancisce la sconfitta della linea di Liu Shaoqi e l'accresciuta influenza di Mao Tse-tung e del vicepresidente Lin Piao.

Negli Stati Uniti, il 15 ottobre viene organizzata una giornata nazionale di manifestazioni contro la guerra nel Vietnam (Moratorium Day); milioni di cittadini partecipano alle dimostrazioni. Una seconda giornata di lotta viene organizzata il 15 novembre.

La Corte suprema statunitense ordina il 30 ottobre l'immediata e totale attuazione dell'integrazione razziale nelle scuole elementari e medie. Alcuni Stati del Sud si rifiutano di applicare la decisione.

A Città di Messico, in settembre si verifica una nuova ondata di disordini studenteschi, cui segue una vasta repressione. Gli studenti rimproverano al governo la burocratizzazione e la corruzione dell'apparato statale e l'immobilismo di fronte alla indigenza di vasti settori della popolazione.

In Cile, le elezioni parlamentari del 2 marzo fanno registrare un consistente progresso delle sinistre e un parallelo arretramento della democrazia cristiana, che non aveva dato prova di una adeguata iniziativa riformatrice. In giugno vaste dimostrazioni studentesche e operaie inducono il governo a cancellare una prevista visita di Nelson Rockefeller, inviato del presidente statunitense Nixon. In luglio il governo...


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