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AMOREGGIANDO CON STALIN
Mentre il 1917 vide nascere in Russia una cultura fiorente, l’intellighenzia post sovietica non riuscì ad esprimere una vera visione liberale




(pagina 4)

... ni appartengono ad una serie dipinta da Leonid Sokov ad esempio Stalin e Marilyn Monroe in posa amorosa, questo risultò divertente, ma non più di questo.

Dalla metà degli anni 1990 la cultura russa stava già incominciando a subire l’influenza della cultura russa degli anni 1930. Uno degli avvenimenti della stagione teatrale russa del 1994 fu una straordinaria produzione di uno studente di una commedia del 1934, la meravigliosa fusione di Vladimir kirshon. Questa rappresentazione era piena di energia e sincerità, era fedele al periodo ed esprimeva l’innocenza e l’eccitazione della gioventù sovietica prima della seconda guerra mondiale. Non diffondeva l’ideologia sovietica, ma era satura di nostalgia per il proposito associato all’idealismo sovietico. Era il precursore per quello che divenne un flusso di nostalgia in scala più grande e più dannosa.    

Nel 1996-1997, un presentatore televisivo, Leonid Parfenov, lanciò un programma sul canale uno, uno dei canali della direzione russa, chiamato Vecchie canzoni su cose importanti. Revisionò canzoni sovietiche, che vennero interpretate in modo spensierato ed ironico per far crescere la nostalgia per le cose sovietiche. In parte, questa “ideologia” fu una forte reazione emotiva contro l’auto deprecazione dei primi anni 1990. Ma si dimostrò estremamente popolare. (Sull’altro versante, quando Putin andò al potere, Parfenov fu uno delle vittime della pressione sui media).

 

Una delle prime azioni che Vladimir Putin fece come presidente russo fu il ripristino dell’inno nazionale sovietico, sostituendolo con la “Canzone patriottica” di Mikhail Glinka (che non aveva parole). Durante il capodanno del 2000 il paese brindò con la melodia scritta su ordine di Stalin nel 1944. I sostenitori di Putin dissero che questa fu una concessione fatta per i più anziani della popolazione, una specie di dolce delicatezza per l’amara pillola della riforma economica. Non ci fu infatti una richiesta popolare per cambiare l’inno. Ma quando il cambiamento avvenne agitò le addormentate sensazioni nella popolazione.

Lo stesso anno del ritorno dell’inno sovietico nel 2000, il Canale 1 ripristinò il motivetto dell’era sovietica (Vremya) per il principale programma di notizie delle nove del mattino. Melodie che come i profumi possono essere estremamente evocative. La melodia segnalò un ritorno alle notizie dell’era sovietica. Infatti fu come se lo stato stesse mandando al paese un segnale di restaurazione. E questo non era uno scherzo o un gioco. I mattacchioni, come Parfenov furono velocemente rimossi. Il Kremlino ed il KGB, adesso rinominati in FSB, recuperando il loro potere divennero terribilmente seri. Ma il triste fatto fu che tali richieste non furono fatte dall’intellighenzia liberale, ma dalle ideologie del regime di Putin. Quando le truppe russe andarono in Georgia, i presentatori televisivi russi parlarono a gran voce degli aiuti dell’Occidente dietro gli attacchi della Georgia contro le regioni separatiste dell’Ossezia del Sud.

L’icona della ideologia russa si rianimò non per la relazione con gli ideali boscheviki, comunisti o rivoluzionari, ma come simbolo di grandezza imperiale della Russia.La rivoluzione è fermamente fuori moda in Russia ed il comunismo è rimasto senza parole. Il mausoleo di Lenin ha cessato di essere un simbolo nazionale. Durante la recente parata militare nella Piazza Rossa la piramide progettata da Alexei Shchusev nel 1924 rimasta la casa di Lenin fu coperta in modo modesto da immagini vittoriose. Non c’è spazio per il boschevita morto nelle celebrazioni per la rinascita della Russia.

Ma il ripristino dell’inno sovietico ruppe un tabu che, meglio o peggio, è esistito dal discorso di Khrushchev del 1956, è ristabilisce Stalin come un più grande leader nazionale. L’appello del dittatore non risiede non suo backgroung comunista, ma nel suo strascico imperiale. L’Impero di Stalin, la sfera di influenza dell’URSS, fu più grande del potere dell’Eurasia in passato, anche dell’impero di Genghis Khan. Stalin occupa una posto orgoglioso nella storia della Russia moderna, con Ivan il Terribile, Pietro il Grande ed adesso Putin. La Russia è ancora lontana dall’erezione di un monumento a Stalin, ma la sua figura viene accettata positivamente o al meno la sua complessa figura storica è un fatto affermato. E non importa se ogni famiglia in Russia ha avuto parenti o amici che hanno sofferto durante il terrore di Stalin. Il mito è più forte.

Uno dei più famosi romanzi russi pubblicati durante la perestrojka fu Vita e Destino, completato nel nel 1960 dal comunista disilluso e corrispondente di guerra Vasily Grossman il librò osò considerar...



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