Scomparso lo scorso anno in circostanze misteriose, lo scienziato iraniano Shahram Amiri avrebbe in realtŕ trovato rifugio negli Stati Uniti. E' presumibile che le sue rivelazioni sul Fedat, il quartier generale del programma segreto di ricerca e sviluppo di armi nucleari gestito dal ministero della Difesa iraniano (nella foto), abbiano indotto diversi membri della comunitŕ internazionale a irrigidire la propria posizione nei confronti dell'Iran. Persino la Cina, tradizionalmente prudente, si č dichiarata disponibile a discutere di nuove sanzioni a Teheran, auspicate da Obama e dai leader europei. Inoltre, la Nuclear Posture Rewiev, l'atteso documento con il quale l'amministrazione Usa ha esposto la sua strategia nucleare per i prossimi anni, lascia aperta la possibilitŕ della difesa degli interessi vitali americani dalle minacce nucleari rappresentate da paesi come Iran e Corea del Nord. Segnali di determinazione che preoccupano la Repubblica islamica. Se gli occidentali riuscissero ad allontanare Pechino e Mosca da Teheran, la posizione di isolamento internazionale del governo di Ahmadinejad diventerebbe insostenibile
SICUREZZA - Pechino accetta di discutere nuove sanzioni all'Iran LA SVOLTA CINESE
Haaretz, marzo/aprile 2010,
Considerando i tempi lunghi con cui il governo cinese imposta la sua agenda politica, potrebbe sembrare azzardato utilizzare espressioni come "svolta" o "rottura", ma le ultime scelte compiute da Pechino in merito all'annosa questione nucleare iraniana segnano quantomeno un significativo cambio di passo. Durante una conference call, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Russia e Germania hanno raggiunto un accordo con la Cina sull'opportunitŕ di nuove sanzioni nei confronti dell'Iran. "L'intesa raggiunta potrebbe condurre a breve a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu", sostiene la fonte riservata citata dal corrispondente del quotidiano israeliano Haaretz che ha diffuso la notizia.
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