Gli Usa ritardano il ritiro per bloccare l'Iran
IRAQ ADDIO? FORSE NO L'IRA DI TEHERAN
A Washington si sta riflettendo sull'ipotesi di apportare alcune modifiche al piano di ritiro da Bagdad. Una scelta che per certo non renderebbe felice Teheran, che già pregustava un successo tattico considerevole; il ritiro degli americani dall'Iraq senza la previa formazione di un governo in quel paese. Secondo fonti riservate di intelligence, l'amministrazione Obama starebbe valutando la possibilità di mantenere un certo numero di truppe in Iraq con la qualifica di peacekeeper delle Nazioni Unite. Sviluppi che determinerebbero la frustrazione degli obbiettivi strategici che Teheran sta coltivando da tempo sul suo vicino e che, dopo la cacciata di Saddam Hussein, sembrano sempre più plausibili. Sotto quest'ottica, la probabile decisione americana di ritardare il ritiro dall'Iraq dovrebbe essere valutata non solo come una prudente presa d'atto dell'instabilità che tormenta ancora Bagdad, ma anche come una prima manifestazione della virata di Obama dall'apertura alla durezza nei confronti di Ahmadinejad.
(Fonte immagine: Behzad Bashu)
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Nel Golfo qualcosa sta cambiando
IL MONDO ARABO CONTRO AHMADINEJAD?
Bernard-Henri Lévy, Huffington Post, luglio 2010,
Mentre l'uomo saggio indica la Luna, l'imbecille guarda il dito. Raramente il famoso adagio cinese mi è apparso così veritiero come in questi giorni. Tutti gli occhi sono puntati sul calo di popolarità del presidente (Obama, ndt). L'intera classe politica, come un sol uomo, si interroga sull'episodio del siluramento del generale McChrystal e sulle sue conseguenze. Nel frattempo, mentre si svolgono simili vicende, passa sotto silenzio un evento rilevante, addirittura enorme, colossale, tale da ridisegnare gli equilibri del Pianeta. Un evento nascosto, relegato inspiegabilmente nell'ombra.
Riflessioni su un anno di relazioni Usa-Russia
ALLA FINE, IL CREMLINO SEGUE OBAMA
Konstantin Sonin, The Moscow Times, luglio 2010,
Lo scambio di spie effettuato la scorsa settimana non è degno di essere discusso. Anche se la storia è senza dubbio adatta a ispirare una fiction televisiva, essa è priva di qualsiasi contenuto appena profondo. Ma la calma riservatezza che la leadership russa ha mantenuto durante tutta la vicenda potrebbe indicare un mutamento sostanziale nella politica estera della Russia. Durante la sua visita a Mosca, un anno fa, il Presidente americano Barack Obama annunciò quella che sarebbe essenzialmente stata la nuova politica verso la Russia. Dopo aver ascoltato il suo discorso alla New Economic School, l'élite russa, abituata a vedere il mondo in termini di bianco e nero, è rimasta spiazzata.
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