Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso il Suo Alto Patronato alla celebrazione dei 120 anni della Critica Sociale. Il comitato promotore è formato, oltre che dalla stessa Rivista, dalla Società Umanitaria, dalle Ragioni del Socialismo, da Mondoperaio e dagli Amici di Critica Sociale, con la consulenza scientifica della Fondazione Filippo Turati. Pubblichiamo la nota con cui la Direzione della Critica ha illustrato il significato che intende attribuire alla celebrazione di questo anniversario
di Maurizio Punzo - Il movimento operaio era nato in Italia sotto l’egida democratica di Mazzini e di Garibaldi e si era poi sempre di più avvicinato al socialismo. Moltissime società operaie nominavano Garibaldi loro presidente onorario, considerandolo uno di loro.
I socialisti quindi non rinnegavano Garibaldi; al contrario la sua figura e la sua epopea entrava a far parte del loro patrimonio ideale e culturale, senza che vi fosse bisogno di specifiche celebrazioni o rivendicazioni. Nessun socialista, del resto, metteva minimamente in dubbio che l’unità d’Italia fosse il coronamento di un grande disegno e il punto di partenza di nuovi traguardi politici e sociali.
di Emanuele Macaluso - "Nell’uno e nell’altro polo c’è di tutto. Ma la verità è che l’eterogeneità è già all’interno dei partiti. Ritengo che la sinistra - questa è l’opinione che ho espresso sulle Ragioni del Socialismo - debba far esplodere questa contraddizione attraverso una crisi costruttiva del Partito Democratico con l’obiettivo di una grande forza che metta assieme tutti i “riformisti” e non tutti i “riformismi”, come dicono, di matrice diversa (cattolica, comunista, socialista, ecc). No. Il riformismo deve avere un proprio segno, una sua qualità distintiva, precisa: il riformismo socialista, quello del socialismo europeo”.
di Zeffiro Ciuffoletti - Vi sono molte procedure e molte istituzioni formalmente scritte nella Carta che hanno avuto un'applicazione materiale differente, condizionata dai rapporti di forza fra i partiti e dai rapporti fra i poteri. Aggiungo ancora un’osservazione: che la nostra Costituzione sia democratica e che risenta moltissimo di Mazzini lo si comprende nel metodo con cui nasce. Nasce con un’Assemblea Costituente, dalla rappresentanza popolare. Noi dobbiamo riformare la Costituzione mediante la partecipazione del popolo al dibattito.
di Carlo Tognoli - Le manifestazioni per il 150° dell’unità d’Italia hanno toccato il capoluogo lombardo, ma hanno avuto l’epicentro a Roma e a Torino. Si ripete forse ciò che accadde nel 1861 e dopo l’unificazione, quando Milano, che era stata capitale dell’impero romano e dell’Italia Cisalpina sotto Napoleone, vide prima Torino e poi Firenze e Roma assumere un ruolo politicamente più rilevante?
No: la presenza del Presidente Giorgio Napolitano per due giornate è il riconoscimento alla città ambrosiana dell’importanza che ebbe nel Risorgimento, dopo la crisi di fine ‘800, che sfociò nel decennio delle riforme giolittiane, e dopo il 1945, quando fu alla testa della ricostruzione e del ‘miracolo economico’.
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