Milano ha per sua natura la necessità di includere, di ricomporre, di rielaborare e infine di realizzare una nuova unione. Questo valore di unità si tramanda di generazione in generazione perchè ha insegnato che permette lo sviluppo, in quanto promette benessere per tutti gli strati sociali. Il decoro del milanese più povero è ciò che garantisce all’imprenditore di rischiare i suoi soldi, perchè sa che investe in un habitat di coesione sociale e di lavoro. Per questo, come ha detto Carlo Tognoli, Milano non tollera i toni aggressivi, ricordando come la sinistra milanese è sempre stata riformista e la destra liberale. Questa civiltà della “moralità dell’amministrare”, questo valore di unità, è stato spezzato dal giustizialismo di Mani pulite degli anni ’92-94 e ha causato una scissione persino sociale di cui questa campagna elettorale è stata una coda.
Presentato nei giorni scorsi a Milano il nuovo Riformista con la direzione di Emanuele Macaluso. Il nuovo corso del giornale è stato illustrato da Gianni Cervetti e dal direttore al Teatro Puccini nel corso di una manifestazione a cui hanno preso parte centinaia di lettori e amici del quotidiano.
"A giugno si tireranno le somme! Un ciclo sta per esaurirsi: non è detto che si riesca a chiuderlo bene. Nel 90/92 si determinò una situazione analoga e le forze politiche non seppero ritrovare la via del riformismo costituzionale e democratico. Oggi lo scenario è peggiorato, ma la Nazione ha ancora un saldo e decisivo punto istituzionale: la tranquilla forza democratica del Capo dello Stato. Oso ripetermi nella speranza di trovare più orecchie attente di quante ne trovai nel 90/92".
Finetti:
"Lo sbandamento politico a destra del Pdl più dannoso è stato indubbiamente l’attacco a Tremonti “socialista” (coinvolgendo così gli ex Psi che stanno con Berlusconi e votano Letizia Moratti). Si è agitato un rilancio dello “spirito del '94” tutto, appunto, destra liberale e missini ignorando il fatto che la vittoria contro Occhetto fu ottenuta da Berlusconi soprattutto grazie all’elettorato democristiano e socialista. All’attacco a Tremonti si sono poi aggiunte inopportune contestazioni della Moratti, dando l’impressione che nel Pdl - tra i “fedelissimi” di Berlusconi - stesse prevalendo uno spirito di “duri e puri” imperniato sulla categoria dell’“epurazione” di partito che è l’esatto contrario dell’“allargamento” ovvero della ricerca del consenso elettorale. La cacciata degli “infedeli” è stato un modulo elettorale inedito".
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