Chi si oppone alla procedura fissata da una legge per la nomina del Governatore della Banca d’Italia? Il Parlamento, la Corte Costituzionale, l’Unione Europea? No. Sono degli opinionisti-fondatori di grandi giornali o grandi firme zelantiinterpreti dei loro editori. La Banca d’Italia è più autonoma e indipendente se il suo Governatore è scelto tra i migliori “servitori dello Stato” secondo la procedura della legge o se è prelevato tra gli amici di abili lobbisti? La risposta facile-facile può darla la colf (una volta sisarebbe detto:la cuoca di Lenin) dei grandi veggenti dei gruppi di pressione, sempre più sfacciati ed arroganti. Una legge dello Stato ha fissato i criteri per la nomina a termine del Governatore della Banca d’Italia. La filiera decisionale è chiara: il Consiglio dei Ministri, “sentito” (e non d’intesa con) il Consiglio della Banca d’Italia, propone al Presidente della Repubblica un nominativo. Il Presidente della Repubblica decide con suo decreto. E’ ovvio che in Consiglio dei Ministri, organo collegiale, il Ministrodel Tesoro ha potere di proposta. Pare che Tremonti voglia proporre il Direttore Generale del Tesoro unanimemente ritenuto persona capace e di riconosciuto prestigio internazionale. La semplice e naturale circostanza che il candidato sia proposto dal Ministro del Tesoro è di per sèsufficiente a declassare i meriti del candidato Grilli. E’ inaudito! Per il richiamo alla dovuta collaborazione tra Banca d’Italia e Governo rimando al testo di Guido Carli a cura di Paolo Peluffo (“Le due anime di Faust” - ed. Laterza), dove è possibile trovare sultema, ampie citazioni di Luigi Einaudi. Mi chiedo piuttosto, quando si potrà cominciare a parlare con serietà e competenza del ruolo dei gruppi dipressione esterni al sistema democratico ed interni alle decisioni politiche? I grandi giornali si sono molto occupati in passato e nel presente delle varie P2, P3, P4 ecc. ma non hanno mai voluto affrontare la questione delle interferenze miratee delle prediche manipolative dell’informazione al limite dell’aggiotaggio, e dell’intrusione nel funzionamento degli organi costituzionali. Stancamente si ripetono gli identici schemi diclassificazione logica usati nel passato. Dalla P2 alla P4, passando per una già dimenticata P3, si dà ad intendere che la evoluzione è continua e montante. Non mi pare che sia così. Anche questo fenomeno associativo politico di limitazione della sovranità democratica e di affarismo di sistema è declassato in forza del degrado del contesto generale. La P2 aveva alle spalle la NATO, la CIA, pezzi del Vaticano e la benevolenza dei servizi dell’Est. La P2 era nota a tutte le Istituzioni sin dagli anni ’70. Nessun organo dello Stato, compresa la Magistratura, è mai intervenuto sino al giorno in cui nella sede alta di protezione non si decise che bisognava cambiare spalla al fucile. Tutto ciò avviene dopo il sequestro Moro. La storia è nota, ma gli storici non ci sono, perchè la loro critica sarebbe innanzitutto autocritica. Cosa è oggi la P4 e cosa saranno domani tutte le altre P ? La P4 è senza una forte protezione internazionale, a meno che nonsi voglia pensare che la CIA possa essere sostituita dalla intelligence di unaisoletta dei Caraibi rappresentata da un Lavitola e che la rete dei Nulla Osta di Sicurezza della NATO possa ritrovarsi nella rete dei cancellieri di Procura coordinati dal Dr.Papa. La P4 è la degenerazione senile delle vecchie formazioni coperte viventi nella guerra fredda. Quel mondo di relazioni, di compiacenze, di comparaggio e di affarismi, ha continuato ad operarenel settore degli interessi privati parcellizzati. Fenomeni identici si sono ripetuti all’interno dei grandi organismi di intelligence dell’Est e dell’Ovest. La funzione classica ricoperta dalla P2 è ora passata nelle mani delle grandi organizzazioni private e pubbliche della finanza mondiale. La sinistra stia attenta: Berlusconi non cadrà per mano di Bisignani. Cadrà quando le società di rating avranno deciso. Esse non guardano ai PM di Napolie non sopportano quel pratone di Pontida popolato da ministri e amministratori locali, alticci escanzonati coperti da pelle verde di pecora. Non ci facciamo distoglieredalle P4. Il destino dell’Italiasi sta giocando nei saloni della finanza mondiale. Pontida ha portato tanta legna ai loro caminetti.
Nel nuovo numero, l' ultimo discorso alla Camera (maggio 1924) di Matteotti e una Antologia degli scritti sulla Rivista. Articoli di Giuliano Vassalli, Gianpaolo Romanato, Elio Franzin. Le testimonianze di Filippo Turati, Claudio Treves, Ugo Mondolfo, Giuseppe Faravelli.
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