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120 anni di Socialismo nell'Unità d'Italia
foto Terminata l'edizione completa online e in dvd della Collezione storica di Critica sociale (1891-1926)
I MAESTRI DEL PENSIERO RIFORMISTA
Un'opera unica in due anni di lavoro.
136 pagine di rassegna e indice generale


SCARICA IL PDF CLICCANDO LA COPERTINA

 

Poche parole per presentare questa iniziativa editoriale che conclude il 120° anniversario della fondazione della nostra Rivista celebrato con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Con cinque fascicoli pubblicati contemporaneamente alla fine di questo anno e disponibili già ora in un unico PDF scaricabile da questa newletter e dal sito di Critica Sociale, offriamo una rassegna degli Autori e dei Temi principali che hanno segnato la nascita del socialismo italiano in modo strettamente intrecciato ai compiti posti dalla nascita del nuovo Stato unitario.

120 anni di indefessa “critica sociale” nei 150 anni di Unità italiana, hanno contribuito (e accompagnato nel corso della storia del Novecento) alla costruzione della nuova Nazione. 120 anni per l’unità sociale nel quadro di 150 anni di unità politica.

Questi cinque ultimi fascicoli del 2011 costituiscono dunque un corpo unico, un’edizione straordinaria che anticipa il volume pronto per la stampa entro il 15 gennaio del 2012 - allo scadere delle Celebrazioni - sul  patrimonio costituito dai Maestri del pensiero Riformista.

Un patrimonio purtroppo sempre negletto, non solo nel passato, ma ancora oggi. Lo dimostra la incredibile (e inspiegabile, se non per conformismo intellettuale) lacuna nella collana del Corriere della Sera (“I Maestri del pensiero democratico”) che ignora completamente il filone del riformismo socialista che - come la presente rassegna documenta abbondantemente - HA costruito la libertà e la democrazia politica e sociale del nostro Paese. Senza lo sforzo gigantesco compiuto dai socialisti per inserire il movimento dei lavoratori nella vita del nuovo Stato unitario, non ci sarebbe stata neppure la Nazione italiana che tutti abbiamo celebrato.

E’ questa una rivendicazione postuma? Per niente. E’ un richiamo a principi di filosofia politica e a criteri di metodologia socio-economica che per il ruolo effettivo svolto in passato, sono ancora oggi una base irrinunciabile per affrontare la grande crisi di sistema che ha colpito l’Italia e che sta colpendo l’Europa.

All’inizio del nostro programma per i 120 anni della Critica Sociale, non abbiamo immaginato che la loro celebrazione si intrecciasse con l’attualità in modo così nitido, sino a trasformare lo studio storico in recupero di principi e metodi necessari per capire come si possa positivamente uscire dalla presente crisi.

Una prima congiuntura che coincide con una seconda congiuntura: il passaggio di un ventennio dalla “rivoluzione giudiziaria” che ha posto le basi della “seconda repubblica” che oggi indietreggia di fronte all’enormità dei compiti che l’attendono, arrendendosi persino di fronte a diretti impegni di governo e ai rapporti internazionali in cui quegli impegni si inseriscono intimamente.

Due congiunture non sono più una coincidenza, ma un redde rationem. E’ tempo di autocritica per molti.
Come ha richiamato recentemente il Presidente Napolitano, è il momento ormai di un bilancio politico, istituzionale e sociale degli ultimi venti anni “per una autentica svolta politica”.

I “Maestri del Pensiero Riformista”, passati in questi numeri in rassegna, hanno quindi molto da insegnare. Ciò che colpisce maggiormente leggendo questi testi, è (contrariamente al “nuovismo” per dogma) la identità quasi millimetrica tra problemi di allora e problemi di oggi. Questo, forse, significa innanzitutto una cosa: che un secolo intero, occupato da due guerrre mondiali e due totalitarismi, è trascorso invano. Solo quarantacinque anni di vera democrazia (dalla Liberazione a Mani Pulite) sono stati troppo pochi per accrescere con il progresso, la distanza dai primi del ‘900. Gli anni seguenti hanno visto un arresto e infine un declino sia economico che internazionale del nostro paese. E questo è esattamente il punto in cui oggi ci troviamo. Privi, tuttavia dello spirito e dello slancio dei giovani di allora che avevano tutto un futuro da costruire davanti a sè, mentre i giovani della crisi di oggi non sanno cosa potranno fare per se stessi in avvenire. Dopo che i giovani “rivoluzionari” del ventennio appena trascorso sono invecchiati senza aver portato nulla a compimento. Ora bisogna “Rifare l’Italia”. 



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CRITICA SOCIALE
Rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati
Alto Patronato della Presidenza della Repubblica

Direttore responsabile: Stefano Carluccio

Reg. Tribunale di Milano n. 646 del 8 ottobre 1948
edizione online al n. 537 del 15 ottobre 1994

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