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Nel più assoluto e scientifico silenzio stampa (ai limiti della censura documentabile) sta passando inosservata la notizia che il prossimo 22 marzo la Corte d’Appello di Milano è stata chiamata, da un gruppo di “cittadini-elettori” milanesi e lombardi ma non solo, a pronunciarsi sulla richiesta di rinviare alla Consulta la questione di costituzionalità relativa al premio di maggioranza, alle liste bloccate, all’ indicazione sulla scheda elettorale del premier e al quoziente elettorale differenziato. L’Avvocatura dello Stato, su richiesta del governo del tempo, si oppone alla possibilità che il giudice invii alla Corte costituzionale la richiesta di esame. L’attuale governo, il governo Monti consentirà ai cittadini-elettori ricorrenti di giungere sino alla Corte Costituzionale o manterrà l’opposizione dell’Avvocatura all’esame della questione di costituzionalità sollevata dagli elettori?
Una rinuncia alla pervicace opposizione, un “lascia-passare” verso la Corte Costituzionale da parte del governo, sarebbe la scelta più democratica. Nel gruppo dei cittadini elettori che da 4 anni si battono contro l’incostituzionalità della legge elettorale ci sono avvocati, magistrati della cassazione ed ex avvocati dello Stato, tra cui l’avv. Aldo Bozzi, nipote del mitico omonimo parlamentare liberale Prof. Bozzi e l’on. Felice Besostri, membro della Commissione Affari Costituzionali del Senato nella XIII legislatura e docente di diritto pubblico comparato.