Il socialismo non è un "cane morto"
TREMONTI "PRO-HOLLANDE"
IMBARAZZA LA SINISTRA
“Il Paese deve essere informato. E’ il momento della verità sulla rottura nel Governo”. Nell’ appello rivolto lo scorso novembre con una lettera aperta sul Riformista e sulla Critica Sociale, Rino Formica e Emanuele Macaluso chiedevano al ministro Tremonti di rendere manifesti i motivi del dissidio nell’esecutivo che di li a poco ne determinano la crisi, cui segue la nascita del governo “tecnico” di Mario Monti.
Sia dall’ analisi del libro “Uscita di Sicurezza”, sia da ripetute dichiarazioni rese dall’ex ministro nei dibatti e nelle interviste dei mesi successivi, le ragioni di quel dissidio e della crisi sono state continuamente chiarite: la pretesa “frustata” per la crescita a discapito del Bilancio, per finire – al contrario - a “scrivere i compiti” per i mercati dopo la celebre lettera della BCE, in posizione di subordinazione al “direttorio” franco-tedesco e alla politica monetarista e recessiva della Merkel.
Ora l’auspicio di un “vento nuovo” che se confermato nel ballottaggio presidenziale a favore del socialista Hollande, si spera porti ad un riequilibrio dei rapporti tra democrazia e finanza in Europa, oggi a svantaggio della prima e a solo vantaggio della speculazione.
Ma a differenza di quando si mossero Casini, Fini e persino Cesa, a sinistra stavolta non si plaude, anzi. La posizione “socialista” di Tremonti incontra diffidenza e imbarazzi. C’è qualcosa di profondo: di socialismo non si vuol neppure sentire parlare. Non si tratta del timore di un nuovo soggetto ancora “in mente Dei”, ma della paura che un’idea che vive ancora nella pancia del Paese, possa fuoriuscire all’improvviso alla luce del sole se le si toglie il tappo.
“La probabile vittoria di Hollande nel ballottaggio del 6 maggio – dice Rino Formica - ci potrebbe dire due cose: il socialismo in Europa non è un “cane morto”; il socialismo puòguidare l’Europa dei popoli che si oppongono alla dittatura del mercato eall’eutanasia sociale.
In Italia il PD non può fregiarsi della vittoria socialista, perchè è nato con forza antisocialista, post-comunista e giustizialista.
Inoltre il PD non può sposare la iniziativa di Hollande nel rinegoziare il “fiscal-contract” perchè ha assunto il ruolo di guardia di ferro diMonti-Draghi-Merkel.
Il Pdl non può gioire della vittoria socialista, ma può godere della riscossa europeista di Hollande.
Dopo venti anni di declino politico e sociale la distruzione dei socialisti sta producendo gli ultimi miracoli italiani: una destra più sociale della sinistra, ed una sinistra più antisocialista della destra”.
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Pubblichiamo di seguito la lettera di Formica e Macaluso a Tremonti del 2 novembre 2011, alla vigilia della crisi del governo Berlusconi.
“Caro Tremonti, la crisi economica e sociale cheattraversa l'Europa in Italia si intreccia con una crisi politica acutissimache rende piu' pesante che altrove la situazione generale del Paese. Eppure non si vede uno sbocco. Noi pensiamo come tanti, che questa particolarità dellacrisi italiana sia riconducibile alla crisi della leadership della maggioranza governativa che si e' manifestata in piu' occasioni e in piu' campi. Una di queste attiene alla crisi dei rapporti tra Presidente del Consiglio e il ministro dell' Economia, su cui si e' detto tutto e il contrario di tutto. E ancora oggi i giornali parlano di una emarginazione.
La tua opera ha provocato sempre polemiche anche aspre nella maggioranza e nell'opposizione. Anche noi, che non militiamo in un partito, siamo stati critici non solo sull'opera complessiva del Governo, ma spesso sul tuo agire politico: pensiamo all'anomalo rapporto con la Lega.
Tuttavia, su un punto il nostro apprezzamento e' stato ed e' netto: la tua autonomia politica in un quadro di governo e di maggioranza in cui si manifesta un servilismo che nega ogni dibattito ed ogni dissenso. Un' autonomia che si e' espressa anche sul terreno politico-culturale, come testimoniano i tuoi libri.
Ebbene noi pensiamo che questo Paese ha bisogno di sapere su tante cose la verità, per dare a tutti la possibilità di formulare giudizi politici fondati sui fatti. Ecco perche riteniamo che oggi tu abbia il dovere di chiarire quali sono le ragioni della rottura che si e' determinata tra il Presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia.
Le note dei retroscena e le campagne pilotate da varie centrali in cui si coagulano tanti interessi, dominano l' informazione e determinano la formazione dell'opinione pubblica.
La reticenza degli esponenti del Governo e dell'opposizione, rende opaca la vicenda politica italiana.
Occorre rompere questo clima e fare emergere la verità sui temi cruciali che sono al centro della rottura che si e' determinata nel Governo e sono ancora al centro della vita politica.
Questa e' la ragione per cui con amicizia ti scriviamo questa lettera che rendiamo pubblica.
Rino Formica e Emanuele Macaluso”