Il sistema politico italiano verso l'esito greco
IL FRULLATO DEI PARTITI
di Rino Formica - L’alternativa di società divise nel ‘900 la destra e la sinistra europea.
Il punto di equilibrio fu il compromesso socialdemocratico.
La destra era dedita alla accumulazione tra diseguali, la sinistra si impegnava sulla distribuzione per correggere le diseguaglianze.
Tutto ciò avveniva nell’ambito dello Stato nazionale.
Destra e sinistra convergevano nel reperire i margini di riformismo insufficienti in due modi: trasferendo parte del peso o alle nuove generazioni (debito pubblico) o ai Paesi più deboli (prezzi delle materie prime, manovre monetarie).
Oggi,i due schieramenti che per comodità di espressione continuiamo a chiamare destra e sinistra, si devono misurare sul terreno di una alternativa di equità e non su visioni diverse di società, per definire il peso del sacrificio nazionale nel quadro di un equilibrio globale.
Non tutti i sistemi politici nazionali sono omogenei.
Anzi, i sistemi politici che dopo la seconda guerra mondiale hanno esaltato la loro specificità o la loro diversità, sono i più penalizzati, mentre i sistemi politici più simili fronteggiano meglio le difficoltà per uscire dalla crisi sovranazionale.
Le elezioni di domenica ci hanno offerto tre test. Germania e Francia hanno sistemi politici fondati su concezioni e regole dell’alternativa di società ed hanno resistito bene: la Francia trova una guida socialista, la Germania conferma a denti stretti una guida conservatrice.
La Grecia, paese diverso nell’affrontare il tema dell’alternativa di società, si è incagliata nella crisi globale a seguito dell’uso smodato delle astuzie levantine. Il voto della Grecia si è frantumato e segnala più disastri: inconsistenza dei grandi partiti-guida e nascita di partiti reazionari ed anti-sistema.
L’Italia nel ‘900 ha coltivato l’illusione delle diversità, ed ha piegato l’alternativa di società alla logica della organicità della società (compromesso storico). Quella diversità (soluzione unitaria del conflitto) è stata applicata all’attuale fase della crisi globale con la soluzione del governo dei tecnici (il "governo diverso" di Berlinguer).
Oggi l’Italia è più vicina alla soluzione politica greca (frantumazione del sistema politico) che a quella tedesca o francese (passaggio dall’alternativa di società all’alternativa delle soluzioni della crisi sovranazionale).
In Italia il deficit di alternativa ha travolto i partiti di governo della I°Repubblica ed ora travolgerà la cosiddetta II° Repubblica dopo l’illusoria soluzione tecnico-burocratico-consociativa.
Il voto amministrativo ci dice che la somma dei voti di ABC è inferiore al 50% del paese reale.
La prospettiva politica greca è vicina.
Non saranno le tecnicalità elettorali a salvare il PDL imploso, il PD in declino, il 3° polo evaporato.
Presto si capirà quanto devastante sia stato l’errore di non aver consultato il popolo durante la grande crisi di sistema esplosa tra l’estate e l’autunno del 2011.
Lo scontro in Europa dopo il turno elettorale continentale
IL LIBERISMO E GLI OSTACOLI DA RIMUOVERE:
IL WELFARE STATE E I PARTITI POLITICI
di Felice Besostri - Il duello Hollande Sarkozy era il piatto forte di questa tornata elettorale paneuropea: Francia, Grecia e Germania, tre giorni dopo le elezioni dei Consigli locali in Gran Bretagna e prima della conclusione della tornata amministrativa italiana.
Il momento è stato vissuto come un referendum sulla Merkel. In realtà la posta in goco è ben maggiore: gli obiettivi del neo-liberismo finanziario in economia sono la destrutturazione del welfare state e la riduzione al minimo dei diritti sindacali, la massima libertà dei mercati e la scomparsa di qualsivoglia ruolo pubblico, mentre in politica persegue l’indebolimento della democrazia rappresentativa togliendo potere alle istituzioni elettive e ai partiti politici.