LONDRA - Dodici anni fa la sinistra era al potere quasi ovunque in Europa. L'entusiasmo intorno ai destini della socialdemocrazia rinnovata erano diffusi, soprattutto in Gran Bretagna con l'affermazione del New Labour. Ora le cose sono cambiate. Nel momento in cui la Ue si trova ad affrontare una crisi esistenziale e all'indomani del ritorno dei socialisti al potere in Francia, possiamo davvero guardare con ottimismo a una prospettiva riformista per l'Europa? Con queste parole Olaf Cramme, direttore del think tank britannico e riformista Policy Network, apre l'incontro svoltosi al King's College di Londra per presentare il saggio collettaneo After the Third Way: The Future of Social Democracy in Europe, curato dallo stesso Cramme insieme a Patrick Diamond, ricercatore di Policy Network e del Nuffield College, Oxford, ed ex consulente di Tony Blair a Downing Street.
Nelle pagine conclusive del loro saggio (che riportiamo all'interno della NL), Olaf Cramme e Patrick Diamond spiegano che la composita famiglia riformista europea pare intrappolata nello stesso dilemma che la attanagliava negli anni del neo-liberismo thatcheriano e reaganiano: i socialdemocratici, oggi come allora, si dichiarano orgogliosi delle conquiste politico-sociali ottenute in passato, ma non sanno quale direzione intraprendere per il futuro.
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