“Da "Blockupy Frankfurt", dal meeting di Francoforte al quale abbiamo partecipato il 20 e 21 ottobre scorso, si va verso Madrid, dove reti e movimenti di tutta Europa si incontreranno per parlare di debito, diritti e democrazia, per ragionare insieme su un'idea diversa di Europa, per sperimentare nuovi modi di stare insieme, per trovare un piano condiviso del nostro agire politico”. Questo l’appello lanciato sulla piattaforma “liquidflaschback” da 99Agorà. Un linguaggio per i partiti europei del tutto sconosciuto, ma maturato negli anni e ora linguaggio di una realtà d’avanguardia giovanile che, come hanno sottolineato mesi orsono la London School e i laburisti inglesi, è un linguaggio che parla al ceto medio europeo, stretto tra crisi economica (soprattutto nel sud Europa) e crisi della rappresentanza democratica (particolarmente temuta nel nord Europa).
Sono parole di unità europea e di democrazia, l’alternativa al rigurgito nazionalista della destra populista che sta montando nel Nord contro il Sud e nel Sud contro il Nord. Lo sciopero generale europeo ha rimesso al centro dell’attenzione politica la questione sociale e la questione democratica, come avvenne nella metà dell’Ottocento coi movimenti democratici e socialisti. Assenti i Governi. Sessant’anni di diritti politici e sociali stanno svanendo in pochi mesi. Il Novecento e le sue conquiste rischia di essere stato buttato al vento.
Se una tattica politica cauta è comprensibile, è altrettanto vero che essa deve essere sostenuta da una strategia economica che rifiuti la logica dei piccoli passi ma si fondi su un "Grande Patto" che affronti i problemi di liquidità della Bce; che risolva le carenze di solvibilità con i necessari trasferimenti fiscali; che realizzi l'unione bancaria; che consenta un alto grado di coordinamento fiscale; che metta in modo profonde riforme strutturali; che modifichi le politiche di austerità attualmente in auge.
La netta riconferma alla presidenza di Barack Obama ha rallegrato i progressisti di tutto il mondo (europei in particolare) e galvanizzato i liberal americani. Ma è tutto oro quel che luccica? Charles Kadlec, per Forbes, sceglie una prospettiva di lungo periodo per riflettere sull’evoluzione della cultura politica statunitense e sulle tendenze future. Una proposta di lettura interessante anche per gli europei, spesso pronti ad abbracciare gli orientamenti politici predominanti dall’altra parte dell’Atlantico senza contestualizzarli e comprenderli a fondo.
Il discorso di Ed Miliband alla Conference laburista
Riproponiamo il discorso tenuto dal segretario del partito laburista britannico, Ed Miliband, alla Conference del partito, che si è tenuta a Manchester all'inizio di ottobre. Un intervento che evidenzia una visione unificatrice e non classista per superare la crisi e riproporre le ragioni del riformismo europeo: "Dobbiamo essere il partito del settore privato tanto quanto del settore pubblico. Il partito delle piccole imprese che combattono con la crisi e quello delle famiglie che combattono coi tagli. Il partito del nord e quello del sud. Il partito della classe media in difficoltà e dei poveri. Questo partito non ha futuro come partito di uno solo degli interessi di questo paese".
Il peggioramento degli indici borsistici, l’erosione del potere d’acquisto e la consistente perdita di posti di lavoro preannunciano un futuro prossimo carico di incertezze. Mentre cresce il fronte dell’insoddisfazione sociale, gli strali popolari prendono di mira i “poteri forti”, incapaci di gestire il sistema globale e le sue risorse. Tuttavia, è bene precisare che scagliare anatemi e additare nuovi responsabili serve a poco, se non a fomentare la rabbia sociale, a stressare i nervi già tesi della coscienza collettiva. L’unica via per uscire dalla crisi che sta investendo il nostro mondo è cercare di comprendere, evitare semplificazioni e operare per il necessario cambiamento.
Società in rivolta. Alle radici del disagio collettivo nel XXI secolo. Un libro a cura di Fabio Lucchini, prefazione di Fabio Cavalera - corrispondente da Londra del Corriere della Sera. In uscita per Stripes edizioni. Per info e prenotazioni: ordini@pedagogia.it
L'ultimo grande socialdemocratico milanese RENATO MASSARI
E’ mancato mercoledì, all’età 92 anni, Renato Massari. Milanese e socialdemocratico, nel 1951 venne eletto consigliere comunale a Palazzo Marino. Nei decenni successivi fu prima parlamentare a Roma e in seguito, negli anni ottanta, eurodeputato a Strasburgo. Il ricordo di Enzo Collio: “In una Milano ingrata e senza memoria storica sarà impegno di chi di noi sopravviverà a questa epoca di decadenza politica, culturale e morale ricordare Renato Massari e con lui tutti quegli uomini e quelle donne che lavorarono per la rinascita di Milano e la fecero diventare la capitale della solidarietà e della fraternità sociale”.
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