Formica: "Il Quarto Stato non rappresenta il socialismo degli inquirenti della Lubianka"
Il Sindaco del Quarto Stato: "Ricorso
al Viminale per violazione ordine pubblico"
Il sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone, intende presentare ricorso all’Ufficio Elettorale del Viminale contro l’uso del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo nel simbolo del giudice-candidato Ingroia.
Lo dichiara al Nuovo Avanti! diretto da Rino Formica il primo cittadino socialista della cittadina piemontese di cui ha pubblicato la lettera al magistrato per protestare contro l’”approprizione indebilta” di un simbolo della città per fini elettorali.
“Credo che Ingroia e la sua lista non siano informati che a Volpedo esiste un’associazione formata esclusivamente da volontari di tutte le età che dedicano il loro tempo alla apertura e alla custodia per l’ingreso gratuito dei Musei Pellizzani e che vive esclusivamente di donazioni e contributi di mecenatismo. Un’abuso per fini elettoriali, al di là della loro finalità politica, è un oggettivo danno per il nostro Comune. Si tratta di un simbolo universale del mondo del lavoro e ridurlo a simbolo di una parte è una manipolazione che ci induce a ricorrere presso l’Ufficio Elettorale del Viminale per chiedere l’inibizione del logo del Quarto Stato nel simbolo della lista di Ingroia. Si tratta di un provvedimento giustificato dalla legge sull ‘ordine pubblico, poichè tale abuso può indurre in inganno gli elettori”.
Dal canto suo il direttore del Nuovo Avanti!, Rino Formica, sostiene l’iniziativa dei sindaci Caldone e Pisapia nella loro giusta protesta per la sottrazione dei simboli di un movimento come quello Arabcione, nato a Milano, e che tra le culture democratiche che lo ispirano ha riconosciuto quella del socialismo riformista di Caldara, Greppi e delle giunte di sinistra degli anni 70-80: “ Ho visto che l’uso elettorale del quadro il Quarto Stato ha suscitato una vivace polemica. Credo che i simboli di una lunga storia di lotte sociali e politiche siano patrimonio dell’umanità.
Ma ciò non esclude - prosegue Formica - anzi impone a coloro che furono nel 900 i portatori sani dei simboli e dei valori tutelati dal socialismo democratico e non violento, largo e non settario, di popolo e non di elites, di aprire un centenzioso anche politico e non solo legale con i fruitori “abusivi” delle immagini. Proporrei al sindaco di Volpedo e al Sindaco di Milano, proprietario dell’Opera, di invitare i promotori della lista Ingroia a un confronto pubblico sulla compatibilità tra la storia del Quarto Stato e la teoria autoritaria del sospetto e dell’intolleranza.
Il Quarto Stato simbolo del socialismo largo e pacifico - conclude il direttore del Nuovo Avanti! - non può essere il simbolo di un “socialismo della Lubianka”, e delle segrete degli inquirenti del KGB".
Avanti! - Nuova Serie a cura di Critica Sociale e del Gruppo di Volpedo