Dopo due decenni, la fine repentina della Prima Repubblica lascia sul terreno una serie di interrogativi. In primo luogo, quali sono stati gli effetti sul sistema economico dei rivolgimenti politici accaduti nell’Italia di allora? Chi ci ha guadagnato? Inevitabilmente legato a un tale quesito il dossier privatizzazioni che, in un pezzo scritto per la Critica Sociale nel 1995, Umberto Dragone definiva “selvagge” (con particolare riferimento all’energia elettrica). Parimenti controverso un altro tema centrale nella genesi della Seconda Repubblica, ossia il connubio mediatico-giudiziario che il cronista Frank Cimini proponeva di risolvere vietando la pubblicizzazione dei nomi dei p.m. responsabili di una determinata indagine. Last but not least, la politica estera. Quali le differenze tra centro-destra e centro-sinistra dal ‘94 in poi? Una risposta nel paper di James Walston, professore dell’Università americana di Roma.
I rivolgimenti politici accaduti in Italia dal 1992 al 1995 hanno certamente avuto effetti importanti sul sistema economico. Essi si manifestano in modo sempre più evidente. E’ un argomento fondamentale su cui occorre più che mai una attenta riflessione. Essa aiuterà a comprendere non soltanto il senso di quanto è accaduto, ma anche in che misura gli scopi che si desiderava ottenere siano o no stati completamente raggiunti.
I fautori della nazionalizzazione, trent’anni or sono furono bollati come bolscevichi che volevano abbeverare la cavalleria cosacca nelle fontane di S. Pietro. E penso con nostalgia a De Gasperi, Mattei, Lombardi, La Malfa, E. Rossi, Vanoni, Saraceno. Talvolta rimpiango, è tutto dire, persino Fanfani e Colombo. Oggi invece chi avanza qualche dubbio sulle privatizzazioni, passa per un “boiardo di Stato”, miserabile e corrotto, un residuato del “socialismo reale” degno di finire nella spazzatura della storia. Ma tant’è, i tempi passano e i cretini restano.
È il desiderio del successo la causa di tante violazioni di legge da parte dei magistrati. In un’intervista concessa alla Critica Sociale, Frank Cimini, cronista giudiziario al Palazzo di Giustizia di Milano ai tempi di tangentopoli, avanza una proposta; vietare sui giornali i nomi dei p.m.: “Se sui giornali comparisse solo l’ufficio che sta conducendo una determinata inchiesta, tante violazioni non avrebbero nemmeno più scopo e tutti (i magistrati e i giornalisti) lavorerebbero con più libertà”.
Pubblichiamo la prima delle quattro parti del paper "La politica estera italiana nella Seconda Repubblica. Cambiamenti di forma e di sostanza", un lavoro di James Walston, Professore di Relazioni Internazionali all'Università americana di Roma. Il testo, risalente al 2007, è stato recentemente discusso dall'autore in un seminario riservato agli addetti ai lavori svolto presso l'Istituito per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) di Milano. Nell'occasione Walston ha rivisto e aggiornato alcune considerazioni apparse nel suo lavoro originale. Gli spunti più significativi vengono ripresi nella traduzione in italiano del testo originale, curata dalla Critica Sociale.
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