“La risoluzione, davvero storica, approvata dal Senato e dalla Camera dei Deputati nell'ottobre e nel dicembre del 1977 … recava le firme dei rappresentanti - e ottenne il voto dei gruppi parlamentari - di tutti i partiti dell’arco costituzionale. Quei partiti si riconobbero solidalmente, per la prima volta, nel quadro dell'alleanza atlantica e degli impegni comunitari, che rappresenta il termine fondamentale di riferimento della politica estera italiana". E’ questo uno degli spunti significativi dell’intervento di ieri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi). L’inizio delle celebrazioni degli ottant’anni del prestigioso istituto ha fornito l’occasione al Presidente per proporre una “riflessione sull'esperienza compiuta sul terreno delle relazioni internazionali… l’esperienza recente vissuta nel corso del mandato che sta giungendo a compimento; ma anche, in qualche modo, un’esperienza più lunga, partita da lontano e attraversata in altre vesti politico-istituzionali”. Un’esperienza che induce Napolitano a ritenere che siano ancora l’europeismo e l’atlantismo le bussole che devono orientare l’azione internazionale dell’Italia in un mondo multipolare.
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