Tra le riforme da attuare con legge Costituzionale di rapida efficacia, si potrebbe proporre al Parlamento di procedere alla decadenza di tutti i deputati e i senatori eletti con il discutibile premio di maggioranza. Il PD perderebbe la maggioranza assoluta alla Camera, il PD e il PDL perderebbero una parte di seggi al Senato, M5S e Lista civica non perderebbero alcun seggio. L’effetto positivo si avrebbe con la riduzione dei parlamentari e con il ritorno alla rappresentanza proporzionale, condizione indispensabile per il buon funzionamento di una Assemblea Costituente. Altra conseguenza positiva si otterrebbe con una obbligata soluzione di governo di larghe intese, che dovrebbe essere autorizzata a governare con decreti-legge sino all’entrata in vigore della nuova Carta Costituzionale (massimo 18 mesi). Sarebbe naturale che la guida del Governo fosse assunta dal Partito di maggioranza relativa. Di fronte ad un Parlamento Costituente e ad un Governo forte e largo, tutti dovrebbero portare più rispetto (soprattutto i mercati, la BCE e l’Europa).
Lanciato dodici mesi or sono, il progetto di Policy Network su populismo, estremismo e politica convenzionale (mainstream) ha analizzato il rapporto tra identità politica e movimenti populisti nel contesto dell’Europa contemporanea e si è soffermato su come i partiti – di sinistra e di destra – hanno risposto alla sfida. I ricercatori e i collaboratori che si sono impegnati nell’opera hanno studiato le campagne, le scelte politiche e gli approcci programmatici in grado di resistere e di sconfiggere gli aspetti antagonistici e corrosivi dell’identità politica e del populismo, ma hanno anche considerato attentamente i fallimenti della politica mainstream. Il progetto, di cui presentiamo l’executive summary, è stato sostenuto da Barrow Cadbury Trust.
Forse non tutti ricordano che appena tre lustri fa i temi centrali del dibattito sul sistema bancario italiano erano due: l'arretratezza del sistema, che era definito come la "foresta pietrificata", e la scarsa dimensione delle banche italiane: la più grande banca italiana non era nemmeno nel novero delle prime 50 banche mondiali. Quindici anni dopo la fotografia è completamente diversa.
Da "Nel merito.com" GRILLOECONOMICS Mario Centorrino, Margherita Billeri
Sarà obbligo, nelle prossime settimane, confrontarsi anche sulla politica economica del M5S, nel senso di individuare e quindi valutare scelte fondamentali per la nostra vita quotidiana e futura che saranno proposte dai gruppi parlamentari “grillini” o alle quali questi ultimi daranno la propria adesione. Ne vorremmo porre in evidenza alcune, a nostro parere idee fondanti per costruire una più completa offerta politica e tali da essere immediatamente percepite dalla platea di elettori come discriminanti rispetto alle offerte politiche di altri partiti. Occorre premettere, prima di entrare nel vivo dell’analisi, che Grillo cita come ispiratori culturali del suo pensiero economico, tra gli altri, autorevoli maestri: J. Stiglitz e J. Rifkin.
Eric Arthur Blair, questo il suo vero nome, nacque a Motihari, una località del Bengala, nel 1903. Il padre era un funzionario dell'Indian civil service, l'amministrazione britannica dell’India. La famiglia apparteneva, quindi, a quella piccola borghesia di amministratori coloniali, i cosiddetti «sahib», che George Orwell definiva, con ironia, «nobiltà senza terra». Una classe dove le pretese contrastavano con gli scarsi mezzi a disposizione.
Riceviamo questo contributo alla Critica sociale sull’impasse del sistema politico che l’autore, tra i promotori dell’iniziativa verso la Corte Costituzionale per l’abolizione del maggioritario, attribuisce alla sottrazione di rappresentanza popolare alle istituzioni politiche dello Stato nell’arco di venti anni. Lo pubblichiamo non solo come riflessione, ma anche come contributo programmatico (Critica Sociale).
Direttore Responsabile: Stefano Carluccio.
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