E’ sorprendente come un articolo scritto nel 1997 del premio Nobel per l’Economia, Milton Friedman, abbia anticipato uno dei temi centrali dell’attuale crisi sistemica europea, ossia la disunione politica paradossalmente causata dalla moneta unica: “La spinta per l’euro (adottato nel 2002) è stata motivata dalla politica, non dall’economia. L’obiettivo è stato quello di avvicinare Germania e Francia per fare dell’Europa del futuro un luogo dove la guerra fosse impossibile e per preparare il terreno agli Stati Uniti federali d’Europa. Credo che l’adozione dell’euro avrà l’effetto opposto. Acuirà le tensioni tra gli Stati membri, trasformando in questioni politiche laceranti degli shock economici convergenti che potrebbero invece essere risolti facilmente mediante l’accomodamento dei tassi di cambio. L’unione politica può preparare la strada all’unione monetaria, ma l’unione monetaria imposta a condizioni sfavorevoli si rivelerebbe un ostacolo al raggiungimento dell’unità politica.”
La Bundesbank avrebbe avviato un'inchiesta sulle accuse alla Deutsche Bank da parte di tre ex dirigenti secondo cui la più grande banca tedesca avrebbe tenuto nascoste perdite fra i 4 e i 12 miliardi di dollari su contratti derivati complessi nel pieno della crisi finanziaria globale fra il 2007 e il 2009. L'inchiesta, che è stata rivelata dal «Financial Times» e non è stata per ora confermata dalla Banca centrale tedesca, fa seguito a un'indagine avviata alla fine dello scorso anno dalla Securities and Exchange Commission, l'organo di vigilanza sui mercati degli Stati Uniti. Secondo l'Ft, una missione di funzionari della Bundesbank avrebbe in programma incontri a New York la prossima settimana per approfondire la vicenda. (Fonte Sole 24 ore, 4 aprile 2013).
Il Professor Gustavo Piga, ordinario in Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma, rileva come i tentennamenti assurdi della classe politica italiana (“lo stato di rimozione” denunciato da Mario Draghi) siano nefasti perché impediscono all’Italia di partecipare e in realtà di far avanzare quell’alleanza dell’euro del Sud - comprendendo in essa la Francia - che sola può contrapporsi costruttivamente a un altro stato di rimozione, quello dell’area dell’euro Nord, che scambia per anti-europeo il forte messaggio anti-austerità derivante dal voto del 90% degli elettori italiani; questo voto è in realtà la più solida ciambella di salvataggio che sia mai stata offerta ai tedeschi per farli uscire dalla micidiale situazione di impasse in cui si trovano.
Si susseguono le dichiarazioni sullo stato delle istituzioni europee comunitarie, alcune molto simili a un pentimento. Dire oggi che forse l'adesione all'euro è stata troppo frettolosa serve a ben poco, soprattutto se a gestire o solo suggerire che fare per uscire dalla "precipitazione" siano gli stessi autori o sostenitori della scelta non meditata. Essi troveranno sempre motivi per difendere ciò che è stato fatto e quello che si va facendo "per evitare il peggio", ma non prendono atto che la china in cui l'Europa, e quindi l'Italia, va scivolando con queste scelte non si inverte.
Brutte notizie per i lavoratori dipendenti e per coloro che percepiscono la pensione. Nelle pieghe del Decreto Salva Italia si rileva che sarà possibile da parte di eventuali creditori ottenere il pignoramento della pensione (cosiddetto pignoramento presso terzi). I pensionati rischieranno così di perdere tutta la rata mensile e non più solo un quinto, come previsto dal codice di procedura civile. Lo stesso allarme è scattato anche per chi vive di busta paga.
Al contrario di quello che si pensa, in occidente non sono i poveri e i più sfortunati a fare le rivoluzioni, ma le classi medie. Quando la classe media e i giovani sono sistematicamente esclusi dai vertici economici e sociali l’unica via di sbocco è la sovversione del sistema. I leader europei non dovrebbero dare per scontata la stabilità. Lo sostiene Marcin Król (Wprost) da Varsavia.
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