MONITO AL PARLAMENTO, MA QUESTI PARTITI SONO IL FRUTTO DI MANI PULITE LA RIELEZIONE DI NAPOLITANO,
I NODI GIUNGONO AL PETTINE di Ugo Finetti La rielezione di Giorgio Napolitano è frutto di un rinsavimento in extremis di fronte al rischio, ormai concreto, per il Parlamento di eleggere un Presidente della Repubblica “per caso” e per il Pd e la sinistra italiana di votare il candidato di un movimento antistatale e di incerta fisionomia democratica. Il discorso con cui Napolitano ha avviato il suo secondo mandato sembra quindi delineare non una ‘prorogatio’, ma la possibilità di una inversione di tendenza: “ultimo richiamo” per “un colpo di reni”. E’ la denuncia di “un paio di decenni” in cui l’Italia è stata più divisa e avvelenata di quando si viveva all’epoca della “guerra fredda”. Non c’è nostalgia del passato, ma rabbia per mancato rinnovamento. Ma non essendo seguaci del “culto della personalità”, non manchiamo anche di fare una considerazione critica nei confronti del discorso del Capo dello Stato. In esso vi è un silenzio assordante sulla magistratura politicizzata. Da dove ha anche origine la demonizzazione dell’avversario politico? Da dove vengono il fuoco che infiamma le piazze contro il Parlamento e il veleno che ha impedito le necessarie intese per modificare la Costituzione e rinnovare le istituzioni? Dopo che il Pd ha votato Napolitano (e non insieme a Grillo), un ex esponente del pool di Mani Pulite ha annunciato che si sarebbe immediatamente iscritto al Pd solo per poterne stracciare la tessera. Vogliamo credere che il Capo dello Stato, che è anche presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, così come ha detto al Parlamento quel che si merita, vada a dire quel che si merita anche al CSM (segue cliccando il titolo)
"SIAMO DI FONTE AD UN DRAMMATICO ALLARME" IL NUOVO NUMERO DELLA RIVISTA (SCARICARE IL PDF)
Questo numero di “Critica Sociale” è dedicato in gran parte a Giorgio Napolitano ed in particolare al dibattito nel Pci al momento della caduta del Muro di Berlino e del cambio del nome dell'ex Pci. Ci è sembrato utile ricostruire dilemmi e scelte di allora in quanto molta di quella polvere che è stata messa sotto il tappeto in questi venti anni deriva da reticenze, errori e mancate rese dei conti di allora a cominciare dal diverso intendere l’essere “parte integrante della sinistra europea” tra chi preferiva rincorrere la “sinistra diffusa e sommersa” dei “movimenti ecologisti, femministi e pacifisti” e chi come Napolitano guardava ad una politica di alleanze nella sinistra italiana e di inserimento nel socialismo europeo e occidentale senza il mito di “andare oltre” comunismo e socialdemocrazia.
Nel Sommario:
Il Discorso di Giorgio Napolitano di fronte ai Grandi Elettori
Ultimo Avvisodi Rino Formica
Da Botteghe Oscure al Quirinaledal libro di Paolo Franchi
"Superare le divisioni del socialismo della libertà"Intervento alla Direzione del novembre 1989
All'estero socialisti, in Italia "Pds": fu ambiguitàdi Gianni Cervetti
Il gattopardismo di Occhetto di Ugo Finetti
Quando Scalfari spinse Berlinguer sulla Questione Morale U.F.
L'illusione di aprire ai socialisti con l'idiosincrazia per Craxidi Emanuele Macaluso
Il riconoscimento dell'Alto Patronato del Presidente Napolitano nel 120° di Critica Sociale
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Direttore Responsabile: Stefano Carluccio.
Registrazione Tribunale di Milano numero 617 del 26 novembre 1994
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