Con una clamorosa dichiarazione che rimette indietro l’orologio ai tempi della guerra fredda Vladimir Putin ha firmato ieri nella sala di San Giorgio, l’accordo di ingresso della Crimea nella Federazione Russa, accordo che dovrà ora essere ratificato dalla Duma, il Parlamento russo. Nel corso di una solenne cerimonia nella Sala di San Giorgio, Putin ha ricordato che “La Crimea è stata e resta parte inalienabile” della Russia e la decisione di Nikita Krushev di cederla all'Ucraina “fu presa in violazione della costituzione sovietica. L'Occidente si è ricordato che c'è un diritto internazionale, bene. Meglio tardi che mai”, ha aggiunto con un chiaro riferimento al referendum sostenuto da Usa e Europa con cui il Kossovo si staccò dalla Serbia.
Contenere la Russia nell’est Europa
Fabio Fabbri, già ambasciatore italiano a Kiev dal 2004 al 2007, scrive su Aspenia, la rivista dell’Aspen Italia: ”Avremmo anche dovuto essere più prudenti nello spingere l’Ucraina verso un accordo di associazione da concludere a tutti i costi. Si ha l’impressione che l’Europa stesse per firmare quell’accordo, senza essersi seriamente accertata se ne sussistevano i necessari presupposti. Solo ora che Yanukovich è caduto, sembriamo renderci conto di quanto impreparato fosse in realtà il Paese e di quanto inaffidabile fosse quel regime nell’assicurare il necessario rispetto degli importanti impegni derivanti dall’accordo. È legittimo il sospetto che la spinta verso la sua conclusione fosse soprattutto in funzione di quell’obiettivo di contenimento della Russia, così presente nelle strategie dei nuovi Paesi membri dell’Europa centro-orientale”.
L’Europa all’Ucraina: “Prendere o lasciare”
E’ noto, ma non si vuole ricordare, che nel trattato di adesione la UE ha concesso all'Ucraina dieci anni per il raggiungimento degli standard economici europei. Durante tale periodo, l’Ue avrebbe mantenuto la priorità nell'esportazione dei propri prodotti e servizi in Ucraina.
Come ha osservato Petr Khavlik, economista del Vienna Institute for International Economic Studies, “la Germania, la Francia e la Gran Bretagna hanno paura del flusso di forza lavoro proveniente dall’estero, e quindi dall’Ucraina, perchè può seriamente influire sull'economia e sul benessere sociale di questi paesi. L'Unione Europea (UE) ha sospeso le trattative con l'Ucraina, in pratica non fa alcuna concessione al governo di Kiev, a cui ingiunge: prendere o lasciare.
Yanukovich ha richiesto una compensazione iniziale di 100 miliardi di euro, da pagare in cinque quote annuali, per far fronte all'impatto devastante sull'apparato economico. L'UE ha detto “nein”, e a questo punto che ha avuto inizio la ribellione filo-occidentale animata da elementi nazisti e finanziata con fondazioni, media e partiti, per far cadere il governo legittimo, anche se poco popolare. “E' la prima volta che - per ottenere la firma di un trattato commerciale - si fa ricorso in modo così aperto e fragrante alla sedizione per imporre il "libero scambio" a un paese sovrano. Il senatore McCain si è scomodato personalmente, per andare in prima linea a dare ordini a Vitali Klitschko, come un suggeritore di slogan da inalberare sulle barricate”.
Crimea. Verso un nuovo ordine mondiale
Secondo Vladimir Kolosov, dottore in scienze geografiche, capo del centro di ricerca geopolitica dell’Istituto di Geografia dell’Accademia Russa delle Scienze, “È molto probabile che l’impatto che avranno le sanzioni colpirà non solo la Russia: provvedimenti più seri richiederanno un considerevole impiego di tempo e costi all’Occidente.
Per Fedor Lukjanov, presidente del Presidium del consiglio per la politica estera e di difesa “La speranza dell’Occidente che il voto in Crimea non fosse che una mossa tattica, un gioco al rialzo, è svanita. Le minacce devono, ora, essere messe in pratica. Ciononostante, l’Occidente non ha nessuna esperienza nell’introduzione di sanzioni efficaci contro una superpotenza nucleare, che occupa gran parte dell’Eurasia ed esercita una forte influenza in tutto il mondo, rappresentando un serbatoio gigante di risorse”.
L’ultima battaglia della Guerra Fredda o un autogol occidentale?
Il fatto che la Russia possa iniziare a giocare un ruolo indipendente sulla scena mondiale - prosegue Lukjanov - senza considerare più la reazione dell’Occidente, interessa a molti. Ciò potrebbe alterare l'esistente equilibrio di forze mondiali. ".
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RENZI A BERLINO di Rino Formica
Perchè Renzi a Berlino non ha sbattuto i pugni sul tavolo?
Ecco le risposte secondo Matteo:
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè il rigore non ce lo facciamo chiedere dall’Europa, ce lo chiedono i nostri figli.
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè il rigore ce lo impone l’art.81 della Costituzione (così modificato dalle larghe intese nel 2013).
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè la riduzione delle spese riguarda il nostro modello di stato sociale (previdenza, sanità, scuola, case e trasporti) ed il nostro sistema di sicurezza.
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè la redistribuzione del carico fiscale richiede la revisione del nostro sistema tributario fondato su la divaricazione tra area imponibile con il sostituto d’imposta ed area affrancata dal prelievo alla fonte.
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè il fiscal compact, che impone la riduzione del debito pubblico,è stato da noi accettato e va rispettato.
-Non ha sbattuto i pugni sul tavolo perchè è meglio non approfondire il tema dello sfondamento del 3%, perchè l’Eurostat (i termini italiani sono B.d.I e Istat) potrebbe dirci che il confine è stato superato.
Il nostro commento:
Ed allora cosa è andato a fare Renzi a Berlino?
A supplicare un po’ di tolleranza per il passaggio morbido delle elezioni europee di aprile, al fine di agevolare il populismo dolce (come Folli definisce il renzismo) e di comprimere il populismo amaro di Grillo.
Insomma Renzi ha comprato altri tre mesi di tempo.
Ed in autunno verrà il bello!
Ma anche il bello dell’autunno potrà offrirci l’occasione per comprare altro tempo.
Si potrebbe eleggere un nuovo Capo dello Stato con una maggioranza PD + F.I. che formerà la base di un nuovo governo di larghissime intese.
E poi?
Una bella amnistia per tutti i reati penali, finanziari e tributari.
E cosa farà l’Europa? Sarà impegnata con i problemi della frontiera dell’Est.
E lo stellone d’Italia trionferà!