Progressi per Vaticano-Ortodossi nello scacchiere delle crisi
FALLIMENTO USA, A MOSCA RUOLO
CONTRO TERRORISMO IN MEDIORIENTE
Piu' stretti legami con Israele, Vaticano, ortodossi e mediterraneo
L’ironia della situazione è tragica. Per alcuni lo sviluppo della vicenda mediorientale non è arrivato in maniera sorprendente. Molti si opposero alla iniziale insistenza di Obama (come a quella di altri governi) sul fatto che Assad dovesse lasciare il potere, temendo quello che sarebbe potuto accadere in un contesto di vuoto di potere in Siria. Uno di quelli che sostennero questa tesi fu il presidente della Russia Vladimir Putin, che lo scorso settembre in una lettera aperta agli americani sul New York Times sconsigliò agli Stati Uniti di intervenire in Siria:
"Un attacco [in Siria] aumenterebbe gli episodi di violenza e provocherebbe una nuova ondata di atti terroristici. Potrebbe danneggiare gli sforzi comuni intrapresi per risolvere il problema del nucleare iraniano e la questione israelo-palestinese, e destabilizzare ancora di più il Medio Oriente e il Nord Africa. Potrebbe sbilanciare l’intero sistema dei contrappesi internazionali".
Alcune delle situazioni a cui faceva riferimento Putin sono peggiorate da sole, senza che gli americani intervenissero o meno. Ma l’insistenza di Putin era basata su una lettura della guerra civile siriana molto più razionale di quanto qualcuno pensò allora a Washington. Putin scrisse che «in Siria non c’è una battaglia in favore della democrazia, ma un conflitto armato fra il governo e l’opposizione in un paese multireligioso». Putin, cioè, suggeriva che il regime formalmente laico di Assad – nonostante le sue colpe – dovesse essere considerata una forza stabilizzante, e perciò preferibile a quello di un suo eventuale sostituto.
Putin, inoltre, denunciava l’ascesa degli islamisti negli alti ranghi delle forze ribelli:
"I militanti che combattono laggiù che arrivano dai paesi arabi, dall’Occidente e persino dalla Russia, sono un fatto che ci preoccupa molto. Chi ci dice che non torneranno nei nostri paesi forti delle cose che hanno imparato in Siria?"
Nell incertezza e nel disordine della politica Usa ( Obama ha pubblicamente ammesso di non avere una strategia per l Iraq) prende forma l’ ipotesi di un nuovo modello tattico-startegico: arabi contro islamisti. Il WSJ sollecita in unarticolo ripreso dal Foglio, i Sauditi a intervenire direttamente. Questo dopo che una azione intrapresa assieme all'Egitto contro i campi di addestramento in Libia era stata in un primo tempo rimbeccata da Washington ( e in calce da Francia, Gran Bretagna, Italia), come una " interferenza" nello svolgimento dell azione dilomatica dei paesi occidentali.
Dal canto suo il Vaticano ha svolto una silenziosa e attivissima azione di tessitura di nuovi schemi di approccio, piu che di alleanza, su un piano assolutamente differente rispetto a quello americano ( vedi intervista a Francesco nel ritorno dalla Coera: " La porta e' aperta, il fumo delle bombe la nasconde, ma e' sempre aperta. L' incontro ( in Vaticano) non e' stato un fallimento. Quel che accade ora e' un fatto congiunturale. La cosa importante e' lo spostamento dell' atteggiamento umano) su cui rimettere ordine nella confusione mediorientale ed est europea. E' la terza via di Papa Francesco che intende prevenire " la terza guerra mondiale" verso cui si rischia di scivolare se i punti di crisi si collegassero a causa degli attuali e precari tentativi di barcamenarsi caso per caso, in alleanze alternative e confliggenti. E' una strategia di lungo respiro quella della chiesa Cattolica e Ortodossa, di peso anche geopolitico e storico che, paradossalmente, si intreccia con l analisi del Presidente Russo sullo spostamento della asse geopolitico del mondo.
In ossequio alla linea del martirio - quella di Woijtyla in Urss, che contrastava con la politica del Concordato di Casaroli - il martirio odierno dei cristiani per quanto doloroso deve portare ad un risveglio spirituale in occidente, nell’area di influenza ortodossa, e persino nel mondo mussulmano.
La linea di Francesco verso l estremismo islamico ha delle analogie fortissime con quella del Papa polacco verso il Comunismo: far sorgere dall interno, sia spirituale che nazionale, l' opposizione alla violenza verso il diritto natuale. Di f fronte a queta sfida il pensiero liberale e socialista europeo devono scontare un fallimento di fondo, negli scopi ma nei presupposti.
“Fermare non significa bombardare”: è la terza via che punta a estirpare il male dall’ interno, dallo stesso mondo mussulmano, in condivisione di valori comuni alle altre fedi. A loro il dovere del primo passo. Liberali e socialisti: sono 60 anni che in MO si spara, e nessuno ha mai vinto definitivamente.
Qualcuno al Il WSJ ha autorizzato a capire ( e a scrivere) che è possibile un azione dall interno del mondo arabo, ma la sollecita in modo, al solito, grezzo, invitando i 250 bombardieri e i 20.000 addetti dell'aviazione saudita - finanziati dagli Usa - ad alzarsi in volo sull' Iraq: una decisione che - scrive il quotidiano americano - potrebbe spingere Obama ad una scelta chiara.
E' al contempo un insulto al predente americano e un puro desiderio. Il solo buon senso fa intendere che mai piu, ormai, una iniziativa araba di contrasto verso altri arabi potra avere luogo sotto il patrocinio americano. La politica attuale Usa sta portando il Paese fuori da ogni influenza nell area.
Si apre invece uno spazio per la Russia in modo stabile. Ma prima deve essere chiuso il dossier Ucraina - altro inconcepibile disegno aperto dall Ovest per stringere Mosca nell angolo e pretendere di azzannare niente meno che la giugulare del sistema geopolitico militare russo: la Crimea.
Tuttavia: Bastano 10km all interno, un’inchiesta umanitaria, e un tavolo piu' che ovale, per chiudere la faccenda del nuovo Stato con un assetto federale ed ecco che in Ucraina si impantanano Usa ed Europa: niente Nato alle porte, neutralizzato il monopolio commerciale dell’adesione alla Ue, (ma triangolazione, come sempre chiesto da Mosca). E in salvo il gas ed l’export nostrano(tedesco in particolare), ma perdita di ogni peso politico, di qua e di la.
Finalmente con le mani libere, Putin potrà sostenere con maggiore credibilità la liquidazione di questo strano “califfato in jeans”, figlio di primavere arabe di occidentali avventati ( Sarkozy sarebbe da processare come Milosevic) e con palle ( si, le palle) a due pesi e due misure ( l' Onda Verde iraniana finita in un bagno di sangue nell indifferenza Usa e Francese) si realizzerebbe uno scenario che potrebbe tentare Israele a rafforzare i rapporti con Mosca, certamente più affidabile. Del resto il grosso della prima ondata sionista era slavo.
Se questo avviene in concomitamta con le elezioni di middle term, Obama rischia il prepensionamento per lasciare ai Democratici il tentativo di una disperata chance con la Clinton. Ma e ininfluente.
Che c'entriamo noi? In ogni caso le “riforme” che l’Europa ci chiede, sono assolutamente superflue, così come i parametri per tenere in piedi Bot ed Euro che vivono di “accanimento terapeutico”.
Il manico è nella situazione internazionale, nel pericolo che il mondo sfugga di mano a tutti. Per cui “sforiamo” se serve: non succederà nulla, perché chi ha vinto (Germania) paga, e i cocci (l’Europa) sono i suoi.
stefano carluccio