Mercoledì 17 dicembre ore 18 - Biblioteca Storica di Critica Sociale presso il Teatro del Borgo del Centro Brera
Conferenza della Critica Sociale e del Circolo "Portofranco".
AUTONOMIA FISCALE PER LA CITTA METROPOLITANA
La città metropoliana. Sala Biblioteca del Teatro del Borgo
Conferenza al Centro Brera di via Formentini 10 - Milano
L'area metropolitana è ormai una realtà. Il tempo dei dibattiti teorici e di metodo è ormai chiuso. Si tratta di applicare concretamente una legge che presenta diverse opzioni e opportunità. Per questo Critica Sociale vuole avviare una serie di incontri attraverso cui capire le potenzialità del cambiamento istituzionale e sociale che la riforma offre, e per riconquistare un ruolo di governo della tradizione riformista e socialista milanese.
Sul tema, l’assessore socialista al Comune di Milano, Franco D’Alfonso ha avanzato proposte per un libero confronto di contributi ed analisi in una conferenza promossa dalla Critica Sociale.
Nei giorni successivi lo studio del tema è proseguito co un ncontro col prof .Rutelli sulla parità giuridica tra Comune e Stato in vista delo Statuto della nuova Città metropolitana per elaborare una proposta sostenibile sul piano costituzionale di autonomia impositiva e si gestione fiscale delle risorse tributarie da parte della Grande Milano.
Abstract sul tema proposto:
Autonomia fiscale - Le città metropolitane non godono di grande attenzione nell’opinione pubblica, mentre potrebbero contribuire ad una reale e concreta trasformazione in senso sociale e liberale dello Stato.
La città metropolitana potrà infatti introdurre nel suo statuto la possibilità di una iniziale forma di autonomia fiscale, un’ occasione da non perdere per una riforma profonda nel rapporto tra Stato e cittadini.
Questo è un fatto assolutamente essenziale. Ormai il sistema tradizionale, al di la di quello che e stato detto, ha avuto la botta finale dal finto " federalismo fiscale" che ha aggiunto balzelli comunali alle tasse statali, raddoppiando i costi. Era assolutamente un risultato prevedibile.
In ogni caso il sistema non regge più. Un sistema che prevede un accentramento delle risorse e poi una redistribuzione attraverso i vari centri di spesa si capisce subito che non funziona più.
Sfida al cambiamento istituzionale - La città metropolitana ( che non deve essere una fotocopia della vecchia provincia) è una sfida al cambiamento istituzionale che permette di riorganizzarsi in profondità. Non ho mai visto nella mia vita qualsiasi Ente capace di auto-riformarsi. Quindi l unica occasione e quella di cambiare il piano dell assetto istituzionale.
In questo modo segue una redistribuzione dei poteri che implica la necessità di una riorganizzazione amministrativa, prima di tutto. Questo ha implicazioni e opportunità anche nel campo sociale. Ma prima di tutto c'è una opportunità di riorganizzazione amministrativa che non deve ripetere l'errore fatto con le Regioni, quando all' introduzione di un quadro istituzionale innovativo, come era quello di allora, ha corrisposto la sedimentazione di una nuova burocrazia aggiuntiva alla precedente con gli effetti negativi che 40 anni dopo fanno oggi parlare di fallimento di quell’esperienza.
“Reinventing government” - Assumendo la presidenza, Bill Clinton decise che era meglio voltare pagina nella riorganizzazione del sistema di governo piuttosto di farsi imprigionare da parziali aggiustamenti. Chiamò questa strategia "reinventing government", reinventare il metodo e la struttura di governo. Un criterio che l’area metropolitana consente di applicare essendo tutta da inventare. Piuttosto che finire nelle sabbie mobili degli aggiustamenti parziali, costosi e il più delle volte inefficaci, meglio ricominciare da capo, come se avessimo un foglio bianco su cui ridisegnare. E' meglio ridisegnare un processo piuttosto che rattoppare qua e la. Ridisegnando il processo, si ridisegnano le responsabilità, e si ridisegnano pesi con un inevitabile vantaggio.
Un rinnovato ruolo di governo per i riformisti e i socialisti - Gli obiettivi della nuova istituzione dovranno garantire servizi ai cittadini, maggiore efficienza, minori costi, maggior rispetto e attrattivi del territorio in cui vivono e lavorano.
Funzioni cruciali come il trasporto locale, il welfare, la sanità non ospedaliera, la pianificazione urbanistica e delle aree verdi, la casa, i servizi urbani come rifiuti e acqua non sono di competenza della Città metropolitana, ma sono la Città metropolitana.
L’integrazione del sistema dei trasporti, delle reti idriche ed energetiche, del ciclo della gestione e smaltimento dei rifiuti, dell’offerta turistica e culturale assieme a quello del sistema fieristico e congressuale, del sistema agricolo metropolitano che è già il secondo per importanza a livello nazionale, dei sistmi informatici delle Pubbliche amministrazioni, dei Centri per l’impiego a sostegno del lavoro: sono quelle “cose concrete” che si aspetta la comunità dei cittadini, pian e progetti che non sono a sè stanti, ma che fanno parte di una precisa visione politica.
E’ in questa prospettiva torna s’attualità la tradizione del riformismo milanese, di cui teorico della riforma del governo locale fu Emilio Caldara. Il cuore del suo disegno era nelle società municipalizzate. Queste strutture vanno innanzitutto utilizzate sui servizi. Sui servizi non si può fare business. Per fare business devi aumentare i prezzi. Non ci sono altri modi a parità di qualità del servizio. E se fai business non fai politiche per la collettività.
Caldara con i suoi studi pubblicati sulla Critica Sociale ha fatto scuola nel rapporto di bilancio tra servizi, collettività e leva fiscale e tariffaria: lezione che va ripresa in vista del riassetto del governo metropolitano e su cui i socialisti sono anche sul piano teorico tornati all’avanguardia”.