“Gli anni in Russia, romantici e tumultuosi, sono anche il primo terreno di coltura di varie esperienza politiche, le quali, in uno sviluppo successivo, confluirono in quel tipo di “socialismo all’italiana” che, a differenza di tutti gli altri, si porterà dietro fino alla fine alcune sue “specificità”. Le radici di tali “specificità” partono dalle lontane vicissitudini di una ragazza Russa, nata in Crimea”.
Con questo numero speciale della Critica Sociale online intendiamo ricordare l’anniversario della nascita di Anna Kuliscioff (9 gennaio 1854 a Sebastopoli, in Crimea, 160 anni fa appunto) in modo differente dal solito, perché intendiamo legare la commemorazione della figura alla formazione spirituale della madre del socialismo italiano nelle sue radici russe e precisamente della Crimea, oggi contesa in una vertenza internazionale ingiustificata da parte degli Usa e dell’Europa alla Russia di cui è sempre stata parte. S.Car.
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La Russia è Europa. L'Europa senza Russia non si farà mai LA CRIMEA E L'INFLUENZA
SUL SOCIALISMO ITALIANO DI A.K. conversazione con Paolo Pillitteri Paolo Pillitteri è autore di numerosi saggi sulla Kuliscioff, tra cui la "Biografia politica" in corso di riedizione“La storia della gioventù e della formazione di Anna Kuliscioff è emblematica di quell’epoca e di quei paesi, la Crimea Russa. Conta molto anche l’origine ebraica della famiglia con una storia alla Strehler del Giardino dei Ciliegi. In Crimea convivevano ortodossi, cattolici, mussulmani ed ebrei, era un ambiente con un clima culturale molto tollerante e vivace.
La sua era una famiglia benestante, direi ricca, lei era molto bella, molto istruita, molto colta e inquieta in questa bellissima casa dei Rozenstein, un ebreo che poi si era convertito alla religione ortodossa per i pogrom.
Non c’è come il Giardino dei Ciliegi per rendere l’idea dell’ambiente in cui Anja crebbe, anche per un motivo semplicissimo, che Cecov era di Crimea come lei. Come lo era Tolstoj.
C’è poco da fare la Crimea è Russia.La Russia non solo è europea, ma può essere il punto di svolta per tornare ad un’idea alta di Europa: un’Europa che si forma con cessioni di sovranità a istituzioni democratiche vere, elette dai popoli, ad un Presidente eletto dai popoli europei e a un Parlamento che rappresenti le reali autonomie europee. Tutto questo con un forte legame culturale, commerciale, politico con la Russia. Rompere con la Russia significa spezzare l’Europa. Quindi forse è dalla Russia che bisogna ripartire per liberarsi di questo cappio al collo del Bureau di finanzieri e nani politici, per tornare ad una realtà politica fatta da una federazione di popoli che danno vita ad una reale convergenza di forze, intelligenze, economie, culture. E la Russia deve farne parte, se non direttamente, ma con un rapporto speciale e un legame forte con questa prospettiva”. Clicca sul titolo per leggere l'intervista
Dall’ufficiale napoletano che fondò Odessa fine '700 a Giuseppe Garibaldi e la Giovine Italia LA COMUNITA ITALIANA IN CRIMEA
(Un rapporto di polizia dopo i fatti del '98 a Milano) Ecco i dati della scheda con il profilo di Anna Kuliscioff compilata dalla Prefettura di Milano dopo “i fatti del ‘98”. Sotto l’intestazione, dopo cognome e nome, si legge: “…di Basilio e Rosalia Borscacuski, nata nel 1853 a Mosca, domiciliataa Milano, dottoressa in medicina, nubile. Connotati: statura bassa, corporatura snella, capelli biondi, fronte bassa, naso affilato, occhi chiari, bocca regolare, mento tondo, viso magro, colorito pallido, portamento disinvolto, espressione fisionomica simpatica, abbigliamento abituale accurato. Riscuote in pubblico mediocre fama, è di carattere energico, intelligente, istruita e di non comune educazione…Vive agiatamente, siccome l’amante del noto socialista, avvocato Filippo Turati, ora recluso a Pallanza. Non ha qui parenti, ad eccezione di una figlia naturale, a nome Andreina, che tiene presso di sé e verso la quale si mostra abbastanza affettuosa. Non le furono mai affidate cariche amministrative e politiche. E’ iscritta al Partito Socialista e professò fin dalla prima giovinezza le idee più spinte”.
In realtà Anna era nata in Crimea, il 27 dicembre 1854 per il calendario russo (9 gennaio per il nostro) da Mosej Rozenstein, un ebreo convertito che aveva accumulato una discreta fortuna.
La scheda che la descriveva sommariamente e con imprecisioni fu però l’ultima tra quelle a lei dedicate come ‘sovversiva’.
Nell'articolo (clicca sul titolo) una storia della comunità italiana di Crimea
E' l'Europa che manca in questa crisi L'ITALIA ROMPA L'ISOLAMENTO
IN CUI SI VUOLE SPINGERE MOSCA Gianni Cervetti E’ l’Europa che manca in questa crisi e questo danneggia lei stessa. E’ l’Europa che dovrebbe rompere questo isolamento verso cui si sta spingendo la Russia. E nel suo primo interesse. Ed in particolare è un primario interesse dell’Italia. Mi sembra che anche il ministro Gentiloni, pur nei limiti in cui si trova la posizione italiana, faccia dichiarazioni che sembrano di circostanza sulla fermezza con la Russia, ma che auspichi sinceramente la strada della soluzione politica e l’abbandono del muro contro muro. E’ un auspicio che l’Italia abbia più coraggio in questa vicenda. Spazio ne avrebbe molto come ponte per riaprire un vero dialogo, una comprensione della natura dei problemi e una soluzione di equilibrio.
L’Italia per sua natura è un Paese aperto. L’Italia non può per sua natura essere costretta a chiudersi in un recinto. Gli italiani tendono ad avere rapporti con tutto il mondo e non sopportano chiusure e blocchi. Del resto la stessa storia italiana insegna almeno due cose: che proprio questa natura di libertà di girare nel mondo ha rallentato il formarsi di una nazione unitaria; e che l’esperienza autarchica del fascismo ha provocato guai sia in Italia che nel resto del mondo.
Inoltre non c’è dubbio che un’Europa basata su una relazione gerarchica e non paritaria tra le sue principali componenti (Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia) è destinata ad accrescere gli attriti al proprio interno e a creare ulteriori attriti all’esterno, nelle relazioni con le aree circostanti.
Un’Europa come quella di oggi crea divisioni al suo interno e attriti con l’esterno. E questa è la condizione peggiore in cui gli italiani possono trovarsi.
questa grande riserva di materie prime, culturalmente vicinissima all’Europa, dovrebbe essere vista come un nostro grande alleato CRISI CON MOSCA. FINITA L'UNIONE SOVIETICA
MA L'OCCIDENTE NON SE N'E' ACCORTO? Dario Rivolta So benissimo che, in parte per ignoranza in parte per nostalgia, un po’ per fanatismo, sono ancora molti gli americani, politici e semplici cittadini, che ritengono sia loro interesse “contenere” la Russia. Così come conosco le ataviche paure nei confronti di un potenziale espansionismo russo da parte di polacchi e Paesi Baltici. Voglio tacere, sempre per pietà, sugli ipocriti sentimenti “umanitari” a fasi alterne degli svedesi. Tuttavia, ritengo che identificare nella Russia un suo presunto, ma inverosimile, desiderio di ricostruire l’Unione Sovietica sia un tragico errore di valutazione. Naturalmente, anche i russi hanno i loro propri obiettivi nazionali ed è più che comprensibile che, dopo che l’occidente ha tradito gli impegni assunti con Gorbaciov per una non estensione della Nato fino ai suoi confini, si nutrano, anche a Mosca, forti dubbi sulle reali intenzioni occidentali e si desideri garantire i propri confini con Stati non nemici o almeno non militarmente avversi. L’interesse di tutto il mondo occidentale non può e non deve esser quello di isolare Mosca. Al contrario, questa grande riserva di materie prime, culturalmente vicinissima all’Europa, dovrebbe essere vista come un nostro grande alleato politico ed economico per tutto il secolo che abbiamo di fronte. Il suo sviluppo ha davanti spazi enormi ed è proprio a ovest che il Cremlino ha sempre guardato per favorirlo. Inoltre, chi nel futuro potrebbe insidiare la nostra posizione nel mondo sta molto più a est e, debito pubblico permettendolo, è verso laggiù che gli Usa dovrebbero concentrare la loro attenzione.
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