Da Collodi alla Trattoria della CGIL. Oggi al Museo del Quarto Stato e Palazzo Reale
AL CANDIDATO DI CRITICA SOCIALE
DA PISAPIA L'AMBROGINO D'ORO 2015
Giacomo, classe 1925 e chiamato così in onore di Matteotti, davanti al Quarto Stato nel Museo del '900 dove ora lavora dopo aver iniziato con una Trattoria al lato della Camera del Lavoro per 33 anni
Dal link l’intervista all’AdnKornos prima della premiazione: http://bit.ly/1NdYBMj
Giacomo Bulleri, conosciuto a Milano come “Da Giacomo”, è uno tra i principali ristoratori del capoluogo lombardo.
Nato a Collodi, fa parte dell’emigrazione che dalla Valle della lucchesìa (sebbene la sua provincia sia Pistoia) giunge a Milano negli anni ’50.
Partito 60 anni fa con una Trattoria al lato della Camera del Lavoro, ora presidia col suo lavoro l’ospitalità nelle maggiori istituzioni culturali di Milano, da Palazzo Reale con le sue Mostre, al Museo del Novecento con il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.
Socialista, figlio di socialisti, suo padre lo chiamò Giacomo in memoria di Matteotti con il cui nipote egli combattè fianco a fianco durante la Prima Guerra.
Nato nel ’25, oggi a 90 anni riceve il riconoscimento dell’Ambrogino dal sindaco Giuliano Pisapia, selezionato tra le 15 medaglie d’oro assegnate su una proposta di oltre 150 candidati.
La nostra rivista, che ottenne il riconoscimento oggi dato anche al suo candidato, già una prima volta nel 1966 e in seguito al suo direttore Giuseppe Faravelli nel 1971, ha promosso la mozione di candidatura assieme ai lavoratori del gruppo - ormai un migliaio - per due ragioni: restituire una “quota parte morale” a chi ha dato valore con il lavoro e con la creatività a quello che oggi si definisce il “Brand Milano”. La scuola del ristoratore-amico dei sindacalisti milanesi ed italiani per 30 anni, così come degli artisti che hanno frequentato la sua trattoria alla camera del lavoro, è infatti la stessa che oggi attira nei suoi locali personalità da tutto il mondo. Iniziando con Di Vittorio, Luciano Lama, Giorgio Benvenuto, oggi da lui siedono - dopo i Kennedy - Michelle Obama e John Kerry. Ma Giacomo non cambia.
E infatti, a differenza di molti che trovando successo nella vita si dimenticano di dove vengono, (questa è la seconda ragione della nostra iniziativa di candidarlo) egli non ha rinnegato la sua disponibilità a farsi tramite dei simboli che comunicano, anche in modo inconscio al pubblico, una fede socialista che non esita apertamente a riaffermare usando anche la propria notorietà, in particolare all’estero.
Questo il duplice messaggio dell’Ambrogino da noi tentato e promosso. E riconosciuto dal Sindaco Pisapia e dal Consiglio Comunale all’unanimità.