Settant'anni fa, Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica, dichiarò per la prima volta il "2 Giugno" Festa Nazionale, mentre l'Italia entrava nella Nato. Tutto fu festeggiato con l' inaugurazione del monumento a Giuseppe Mazzini sull'Aventino.
La prima celebrazione della Festa della Repubblica Italiana avvenne nel 1947.
Sempre nel 1949 per l'ingresso dell'Italia nella NATO, si svolsero dieci celebrazioni in contemporanea in tutto il Paese. Nell'occasione, per rimarcare il legame della neonata repubblica con il mazzinianesimo, corrente del Risorgimento che non ebbe la meglio nella formazione del nuovo Stato unitario, fu inaugurato a Roma sull'Aventino nella piazza Romolo e Remo, ora piazzale Ugo La Malfa a Roma, un monumento celebrativo davanti al quale si svolse la manifestazione principale della Festa della Repubblica di quell'anno.
L'autore del bozzetto del monumento a Mazzini era Ettore Ferrari. La realizzazione fu a lungo osteggiata. Infine iniziata l'opera nel 1902, venne ancora continuamente interrotta, e completata solo nel 1948 dal figlio Giangiacomo e da Ettore Guastalla.
Ettore Ferrari fu presidente onorario della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Lendinara dove realizzò la statua ad Alberto Mario e fu fondatore, nel 1901, dell'Università Popolare di Milano.
Suoi i monumenti a Giordano Bruno in Campo de'Fiori a Roma e quello a Carlo Cattaneo a Milano.
Così segnaliamo questo speciale "2 Giugno 2019" di settant'anni dopo.
Un omaggio alla rivincita della corrente repubblicano - democratica sconfitta nel Risorgimento, all'anima socialista in essa maturata e scolpita nel Monumento a Mazzini, ma forse non compresa. Così come forse non si fa abbastanza caso allo spirito che percorre "la parata" quale non dovrebbe essere secondo il "Fatto", e appunto senza il quale la confonde stupidamente con una dimostrazione militarista che non è affatto.
L'intreccio tra Celebrazione Ufficiale della Repubblica; l'Omaggio delle Forze Armate al suo Presidente Einaudi; il contemporaneo ingresso dell'Italia nella Nato e l'inaugurazione in quel "2 giugno" del '49 del monumento a Mazzini - che l'autore volle sull'Aventino - sono fatti storici che hanno la chiarezza di un indirizzo per la forza motrice della nostra qualità democratica, che esce dal labirinto della storia, come repubblicana e socialista. E in questo quadro si apprezza meglio la dimostrazione dello stretto legame di lealtà democraica delle Forze Armate che furono le principali protagoniste della lotta anti-nazista. Cosa troppo spesso passata in secondo piano, se non cancellata, per ragioni politiche di stropicciamento della storia.
Le Forze Armate furono l'architrave della stessa resistenza partigiana che ad esse faceva capo sia strategicamente, che organizzativamente e finaziariamente.
"Peace and love" rivolto a loro non è un'aspirazione ideale, ma un' insolenza che demolisce un contrafforte della nostra libertà.
Di segno opposto è il nostro celebrare, con queste righe di richiamo, i 70 anni dell'odierno "2 Giugno 2019": quello della Festa Nazionale della vittoria repubblicana e delle sue armi così come del contestuale ingresso italiano nella Nato. E anche un po' di Mazzini, lo si ammetta almeno quest'anno nel Biennio repubblicano delle Cinque Giornate e della Repubblica Roma.
Tutti elementi particolarmente densi per l'attualità e per il nuovo presente che tenta di nascere.