L'accordo per una tregua transitoria raggiunto da Israele e Hamas attraverso mediazione egiziana segna una significativa vittoria politica dell'organizzazione islamica che riceve un doppio riconoscimento: da parte di Israele che dopo aver rifiutato per anni di riconoscere Hamas come interlocutore oggi è costretto a far Marcia indietro, dopo il fallimento sostanziale della strategia di legittimazione della leadership dell'Autorità Palestinese. Hamas ottiene quello che voleva: una tregua non condizionata al rilascio del soldato israeliano, Gilad Shalit. Qualora la tregua venisse rispettata, Hamas otterrebbe inoltre piena legittimità - oggi riconosciuta solo al Presidente della AP, Mahmoud Abbas - a negoziare la pace anche nel West Bank.
Mohammed Shtayyeh, membro della delegazione palestinese incaricata di negoziare la pace con Israele spiega le divergenze con gli israeliani sui confini che dovrebbero segnare I due Stati. Il problema, spiega, è che noi vogliamo affermare il Diritto Internazionale, ristabilendo le frontiere del 1967. Il Ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, invece, vuole legalizzare lo stato "de facto". Si tratta - spiega il dirigente palestinese - di due approcci completamente inconciliabili.
Hamas ha concordato una tregua transitoria, accettando un periodo di prova in attesa che Israele riapra i valichi di Gaza. Ma dal punto di vista strategico, si tratta di tutt'altro che di una generosa concessione. Hamas è consapevole che la AP è ormai fuori gioco, che - visto il fallimento del negoziato con Abbas, Israele non ha alternative al dialogo diretto con Hamas e che il contesto internazionale - dal rafforzamento del ruolo dell'Iran al cambio al vertice dell'amministrazione Usa - gioca in suo favore.
La tregua rappresenta un'indubbia vittoria di Hamas. Ma se gli impegni dovessero essere rispettati, si potrebbe passare al secondo stadio dell'accordo, con la riapertura dei valichi di Gaza e la liberazione del soldato israeliano in cambio del rilascio dei militanti dell'organizzazione islamica detenuti nelle prigioni di Israele. Insomma, sebbene non vi siano state fanfare e strette di mano, la tregua tra Israele ed Hamas potrebbe segnare la strada della convivenza pacifica tra israeliani e palestinesi.
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