Nell'editoriale di Haaretz che anticipa il discorso di Sarkozy alla Knesset - Sarkozy è il primo Presidente della Repubblica francese che, dopo Mitterand nel 1982, riceve l'onore di intervenire al Parlamento israeliano - la politica mediorientale di Sarkozy viene definita "a zig-zag": il dialogo con Hezbollah, l'amicizia con Gheddafi rischiano di valicare, secondo il quotidiano israeliano, il limite tra pragmatismo diplomatico e cedimento sui valori. Sarkozy dovrà insomma dimostrare nei fatti l'impegno - che non si stanca di ribadire in tutte le circostanze pubbliche - per l'affermazione dei valori democratici in Medio Oriente. Non mostra riserve, invece, il Jerusalem Post che osserva come la Francia di Sarkozy e Kouchner abbia colto meglio di ogni altro paese la lezione della storia - dall'Olocausto al genocidio in Rwanda. La Francia - si legge nell'editoriale di oggi - è pronta ad assumere la leadership nella lotta contro l'apologia all'odio praticata da paesi come l'Iran, impegnandosi per un'azione internazionale attraverso la Convenzione contro i genocidi.Ma la visita di Sarkozy che, dopo Israele, visiterà i territori palestinesi, assume un valore particolarmente delicato, come nota Ynet, nel momento in cui il Presidente francese si è assunto l'impegno - oltre che in Libano - anche per il dialogo tra Israele e Siria, attraverso l'iniziativa dell'Unione per il Mediterraneo. Gli occhi del mondo arabo sono dunque puntati sulla posizione che Sarkozy assumerà rispetto alle rivendicazioni delle parti in conflitto. Già ieri, in un'intervista al quotidiano libanese Al-Quds, Sarkozy non si è limitato a dire che l'interesse di Israele è inestricabilmente legato alla creazione dello Stato palestinese, ma si è spinto a condannare la colonizzazione israeliana come un ostacolo alla pace. Una posizione coraggiosa, questa di Sarkozy che potrebbe rivelarsi decisiva perché l'Algeria rimuova le riserve sulla sua partecipazione al meeting parigino del 13 luglio che darà ufficialmente vita all'Unione per il Mediterraneo. Intanto, l'ex Presidente della Repubblica, Jacques Chiarc, ha comunicato che non parteciperà alle celebrazioni del 14 luglio in segno di protesta per la presenza del leader siriano Assad. Secondo Le Monde, il gesto dell'ex capo dell'Eliseo - grande amico della famiglia dell'ex premier libanese, Rafic Hariri, ucciso in un attentato che si sospetta essere stato orchestrato da Damasco - è una presa di posizione polemica contro la scelta di Sarkozy di riavviare le relazioni diplomatiche con la Siria.
Nessun Presidente della V Repubblica ha mai ricevuto da Gerusalemme la calda accoglienza riservata a Nicolas Sarkozy. Le ragioni sono evidenti. Mai prima d'ora l'Eliseo aveva espresso con tale determinazione l'amicizia della Francia per Israele. Tuttavia tra le parole e le azioni di Sarkozy lo scarto lascia sospettare che la sostanza della politica francese rimarrà sostanzialmente la stessa. La Francia ha infatti avviato il dialogo con Hezbollah, nonostante l'organizzazione terroristica non abbia ancora restituito le armi come prevede una risoluzione dell'Onu. Sarkozy ha positivamente contribuito alla soluzione della crisi libanese ed è impegnato per avvicinare la UE a Israele, anche attraverso l'iniziativa dell'Unione per il Mediterraneo dove potrebbe realizzarsi l'incontro tra il Presidente siriano e Olmert. Tuttavia, il limite tra pragmatismo diplomatico e cedimento sui valori è assai labile. Come spiegare ad esempio l'accoglienza riservata a Parigi al leader libico Gheddafi? Insomma, sta a Sarkozy dimostrare con i fatti fino a che punto la Francia è disposta a realizzare in Medio Orienteuna politica nuova, fondata sui valori e la democrazia. Sarkozy: There won't be Middle East peace without Syria talks Ynet Sarkozy: Construction in settlements detrimental to Israel Le Monde Jacques Chirac devrait boycotter les cérémonies du 14 juillet
Sarkozy e Kouchner hanno capito che l'Olocausto non è cominciato con le camere a gas ma con le parole e che l'indifferenza per i genocidi è il vero crimine contro l'umanità. Aver appreso questa fondamentale lezione della storia fa oggi della Francia il paese in grado di assumere la leadership nella lotta contro gli la legittimità statale all'incitamento all'odio razziale. Una pratica oggi realizzata dall'Iran di Ahmadinejad. La Francia ha capito che è necessario agire subito – attraverso la Convenzione internazionale sui genocidi – perché il linguaggio anti-semita e razzista è già di per sé un crimine che non solo legittima, ma che impone alla comunità internazionale di assumersi la responsabilità di prendere provvedimenti sanzionatori.
L'arrivo in Israele del Capo dello Stato francese è stato preceduto da un'intervista rilasciata al quotidiano palestinese Al-Quds. “Se sono qui – ha dichiarato Sarkozy – è perché oggi più che mai sono convinto che la sicurezza di Israele possa essere assicurata solo con la nascita di un secondo Stato, lo Stato palestinese.” Sarkozy si è inoltre spinto a definire il “la colonizzazione, il principale ostacolo alla pace.”
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