Per l'ex Presidente della Commissione europea, la priorità dell'Unione europea è, come ai tempi delle prime Comunità dell'acciaio e del carbone, una comunità europea dell'energia. È così – sostiene – che si potrebbe avere una politica interna comune per l'energia, un mercato concorrenziale ed un atteggiamento comune ai ventisette rispetto ai produttori. “Quando guardo questo carosello attorno a Putin e Medvedev – dichiara Delors – mi sento scandalizzato.” Come per l'Euro, potranno aderirvi i paesi che ne saranno interessati, riservando agli altri la possibilità di entrarvi in una fase successiva. Ma l'Europa non ha alternative: o la sopravvivenza nell'unione o il declino.
Lo spettacolo che i capi di stato e di governo riuniti a Bruxelles lo scorso 19 e 20 giugno è stato una benedizione per gli euroscettici, un duro colpo per i sostenitori dell'integrazione. È stata la prova di una doppia impotenza: l'impossibilità di risolvere la crisi istituzionale provocata dal “no” irlandese, e l'incapacità di trovare una soluzione alla crisi del caro-petrolio. A Alger, François Fillon vante l'Union pour la Méditerrannée
Bisogna riconoscere che l'argomento usato da Sarkozy contro Mandelson - “Ogni 30 secondi un bambino muore di fame, e il Commissario pretende di ridurre del 21% la produzione agricola europea” - non è immune da un certo opportunismo, dal momento che è proprio la Francia il principale beneficiario della Pac. E tuttavia, le osservazioni di Sarkozy non sono poi così infondate se si pensa al caso della politica commerciale nei confronti della Birmania. È stato necessario l'intervento degli Stati Uniti per convincere Mandelson a interrompere la politica di investimenti che, fino a quel momento, aveva fatto seguire all'Unione europea. Insomma, si deve prendere atto che la carriere politica di Peter Mandelson è lastricata di errori politici talmente clamorosi da risultare talvolta quasi criminali. J'accuse: Peter Mandelson rounds on Nicolas Sarkozy
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