In Medio Oriente è in corso un preoccupante processo di proliferazione nucleare, nato in risposta alla minaccia iraniana. Lo denuncia uno studio dell'International Institute for Strategic Studies, nel quale si osserva come la prossimità di un Iran nucleare abbia incoraggiato molti paesi arabi ad acquisire a loro volta dotazioni nucleari, in un'escalation che echeggia il principio di deterrenza adottato durante la guerra fredda. È evidente che la rincorsa al nucleare – in un'area così ricca di petrolio e gas naturale – non sia dettata da ragioni energetiche. Si osserva tuttavia come, ad eccezione di Israele e – forse – della Siria, non vi sia in corso la costruzione di alcun reattore.
Israele segue con attenzione le partnership nucleari che la Francia sta stipulando nel mondo arabo. Israele non ha intenzione di opporvisi, dal momento che è certamente preferibile che sia la Francia, piuttosto che la Cina o la Russia, a fornire tecnologia nucleare a paesi tendenzialmente ostili. Tuttavia, la proliferazione di dotazioni atomiche nel mondo arabo non è certo un fenomeno rassicurante, soprattutto data la capillarità e rapidità con cui - dal Nord Africa al Golfo Persico – lo shopping di armi nucleari si sta affermando come pratica abituale. Dal punto di vista francese, l'obbiettivo è la leadership economica – e l'influenza politica - nell'area del Mediterraneo, come conferma la recente visita in Algeria del Primo Ministro francese, François Fillon. Parigi deve tuttavia fronteggiare la competizione di paesi come Usa, Cina e Russia, anch'essi presenti in un mercato – come quello nucleare – che ha visto una grande esplosione nell'area mediorientale, con l'incombere della minaccia iraniana. Dato l'interesse di tutto il mondo arabo – Giordania, Egitto, Siria, Arabia Saudita, Marocco, Algeria, Libia - per il nucleare, non è escluso possa realizzarsi l'integrazione tra i paesi della Lega Araba, come sostenuto anche dal Presidente siriano.
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