Secondo fonti diplomatiche occidentali, ma anche da ciò che emerge da ambienti militari pakistani, il governo del Paese vive una situazione di stallo e di paralisi. Si avverte una mancanza di leadership e non vi è comunità d'intentinei ranghi del governo civile che ha preso il potere dopo le elezioni dello scorso inverno. Sebbene venga ribadito l'impegno a contrastare l'insorgenza fondamentalista, che minaccia la stabilità politica del Paese da diversi anni, proprio la scarsa concordia tra le varie fazioni che si spartiscono il potere ad Islamabad sta favorendo le attività dei taliban e della nebulosa legata ad al-Qaeda. Questi gruppi avrebbero trovato basi sicure nei territori tribali pakistani e da lì starebbero preparando nuove insidiose strategie destabilizzanti. Nel frattempo, la decisione giudiziaria di impedire all'influente leader nazionale Nawaz Sharif di competere per un seggio parlamentare in un'imminente elezione suppletiva rischia di esasperare ulteriormente gli animi in seno alla maggioranza di governo. Pakistan court bars Sharif from election
Abdul Qadeer Khan continua a far parlare di sé ed il suo nome rimane associato a scenari inquietanti per chiunque abbia a cuore la sicurezza internazionale. Quattro anni fa, Khan, il padre dell'atomica pakistana, era stato posto sotto arresto, perché accusato di aver orchestrato un rischiosissimo traffico internazionale di tecnologia nucleare. Ispettori ed esperti, che da due anni conducono ulteriori investigazioni sul conto dello scienziato pakistano, hanno rintracciato in alcuni computer di Khan la riproduzione modellistica di una piccola, ma non per questo innocua, arma nucleare. Si ritiene che il modello possa esser facilmente riproducibile e si teme che Khan possa averlo già smerciato, con il rischio che entità statali o gruppi terroristici abbiano ora accesso a nuovi sofisticati ordigni. Recentemente Khan aveva ritrattato la sua confessione del 2004, sostenendo di aver soltanto fornito qualche consiglio su come addivenire alla tecnologia nucleare all'Iran ed alla Libia e non, come invece aveva ammesso in precedenza, di aver gestito una rete illegale che avrebbe fornito, nell'arco di 15 anni, materiale e tecnologia nucleare a Corea del Nord, Iran e Libia. Daily Times AQ Khan recants nuclear admission
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