L'Europa è soprattutto una questione di “metodo”. Ed è nel disaccordo che l'Unione dimostra meglio la propria vitalità. La Presidenza francese sarà dunque valutata sulla capacità valorizzare il disaccordo, non perseguendo l'unanimità a tutti i costi ma, al contrario, facendo prevalere l'interesse comune su quelli di parte. Lo strumento che la Francia ha sempre usato per far prevalere la sua posizione è stato il “veto”. Ebbene, la mia raccomandazione alla futura presidenza francese è di non accettare che un veto possa bloccare l'azione o ritardare una decisione.
Il “no” irlandese, che piaccia o no alle elites di Bruxelles, ha già cambiato il futuro dell'Unione. Innanzitutto, ha dimostrato che, volendo, i cittadini europei hanno ancora il potere di far “pesare” la loro volontà e che il presunto “deficit democratico” dell'Europa non sia altro che il prodotto di quelle medesime elite che oggi pretendono di ignorare la volontà dei cittadini – oggi gli irlandesi, ieri i francesi e gli olandesi – insistendo sulla strada che loro hanno deciso di tracciare, pretendendo essere quella meglio in grado di valorizzare la democrazia europea. Peccato che, per raggiungere questo obbiettivo, sia necessario congelare la volontà democratica dei cittadini europei.
Khanty Mansiisk, la capitale della regione dell'Ougra, è la sede in cui si svolge mercoledì il vertice Russia-Europa. La Dubai russa, che produce da sola l'8% del petrolio mondiale, è il luogo-simbolo della grandeur russa. Un messaggio all'Europa, in questo primo vertice dell'era Medvedev.
Monta la tensione tra Georgia e Abkhazia, dove la valenza internazionale che, grazie alla Russia, ha assunto a lotta per l'indipendenza della piccola regione subtropicale, ha rinvigorito le speranze dei ribelli che si sentono adesso pronti a dimostrare al mondo che non solo esistono ma che sono in grado di lottare per la loro “libertà”. Naturalmente, con l'aiuto di Mosca.
Nuovi documenti proverebbero il coinvolgimento di Lech Walesa come collaborazionista della polizia segreta polacca. L'affair non è nuovo. L'ex leader di Solidarnosc ha sempre proclamato la propria innocenza accusando chi oggi lo accusa di aver in realtà l'obbiettivo di colpire l'autorità della Chiesa. Il ragionamento di Walesa non è infondato. Tuttavia, i dubbi rimangono visto che si è già stato dimostrato il legame tra alti prelati e regime.
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