L'accordo raggiunto in Siberia tra Unione europea e Russia non rappresenta in sé una svolta cruciale ma è un primo, significativo passo verso una relazione fondata sul rispetto reciproco. I leader della Ue hanno apprezzato il tono usato dal nuovo Presidente, Dimitri Medvedev. Nonostante sia ben chiaro che è ancora Putin a comandare, il “nuovo” Cremlino offre all'Europa l'opportunità di ridefinire la sua relazione con Mosca tenendo conto del fatto che la cooperazione ed il dialogo tra “pari”, avvantaggerebbe entrambi, e non solo sul piano economico.
L'elezione di Dmitri Medvedev aveva indotto a presagire una svolta significativa nelle relazioni tra Russia ed Europa. Tuttavia, nonostante il sensibile cambiamento nel tono e nell'attitudine di Mosca nei riguardi di Bruxelles, non si può fare a meno di notare che, nei fatti, la prima visita all'estero del nuovo Capo dello Stato non è stata in Occidente ma in Cina.
Vladimir Putin e la collega ucraina Julia Timochenko si sono incontrati a Mosca nel tentativo di rinegoziare le relazioni tra i due paesi. In agenda, il prezzo del gas, l'ingresso dell'Ukraina nella Nato e la base militare russa di Sébastopoli, sul Mar Nero. L'incontro è politicamente cruciale, non solo perché conferma la regia di Putin sulle questioni cruciali della politica nazionale, ma perché prefigura una possibile intesa con l'attuale Primo Ministro ucraino che non nasconde l'ambizione di arrivare alla Presidenza. La Timochenko ha già espresso la sua disponibilità a rinunciare all'integrazione nella Nato – data anche l'opposizione della maggioranza del paese – ed ha offerto a Putin anche un fronte di dialogo sulla “scottante” vicenda della base militare russa. L'obiettivo è convenire ad un accordo vantaggioso sul prezzo del gas.
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