The Weekly Standard Barnes: Obama's Tack to the Center Barack Obama è davvero un politico accorto ed intelligente, che sta tentando di minimizzare il più possibile le sue debolezze. Come? Dopo aver sconfitto Hillary Clinton valendosi di un appello progressista, si sta spostando al centro. Vi sono vari buoni motivi per farlo. Eglivuole convincere i moderati, gli indipendenti e gli indecisi a sceglierlo. In secondo luogo, Obama preferisce essere tacciato da McCain come un flip-flopper (una banderuola) che come un liberal, terrorizzato che una simile etichetta lo condanni alla sconfitta. Inoltre, il candidato Democratico sta utilizzando una tattica scaltra per adeguare, più o meno genuinamente, le sue posizioni a ciò che pensa la “maggioranza silenziosa.”Illuminante il suo atteggiamento sull'Iraq. Preso atto dei miglioramenti della situazione sul campo, Obama, che ha promesso una visita a Baghdad, ha dichiarato che si consulterà con i generali prima di ordinare il tanto promesso ritiro delle truppe americane. L'esigenza di mantenere “la stabilità” in Iraq sarà tenuta in considerazione dal presidente Obama. Un'affermazione alquanto vaga, come le ultime uscite “centriste” del senatore dell'Illinois sulle questioni più disparate, quali associazionismo religioso, possesso di armi da fuoco, aborto e via di seguito. Restare sul vago e, al limite, smentire. Continua così la corte di Obama ai settori conservatori della società ed agli Stati di tradizionale fede Repubblicana.
La working class statunitense è tendenzialmente conservatrice e, nei momenti di crisi come quello che sta vivendo l'America, si aggrappa solitamente ai valori religiosi ed alla tradizione. Motivo per cui essa trova nel Partito Repubblicano un interlocutore naturale. Troppo distante la retorica liberal dai problemi di ogni giorno di chi vede eroso il proprio tenore di vita ed è costretto a vivere in condizioni disagiate, lontano dalle accademie e dai suburbs dove gli intellettuali di sinistra pontificano. Eppure, questa fascia di elettorato, strutturalmente vicina al Gop, si sta accostando al Partito Democratico, poiché la retorica della destra a favore di uno Stato minimo spaventa quei cittadini che temono per le proprie prospettive e per il proprio sostentamento. I tagli delle tasse se entusiasmano l'intellighenzia conservatrice, rallegrano il mondo degli affari ed il Big Business, non forniscono risposte alla spaesata working-class di oggi, culturalmente conservatrice ma economicamente statalista. Infatti, sebbene l'individualismo rimanga un cardine che informa lo spirito degli americani, si ravvisa oggi una maggiore richiesta di Stato per far fronte alle incertezze della congiuntura economica. Mike Huckabee, con il suo inaspettato successo, sembra averlo capito meglio di altri nel suo Partito. Ma non sarà lui a sfidare Obama…
Termini d'uso | Crediti | Registrazione Tribunale di Milano n°537 del 15/10/1994 - P.iva: 09155900153 - La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250