Non ci sarà né un nuovo negoziato del Trattato di Lisbona, né un'Europa a due velocità. “Sono tra quanti si dispiace che l'Europa non si sia dotata di istituzioni adeguate prima del suo allargamento. È stato un errore che paghiamo oggi” – ha dichiarato Sarkozy. “Non dobbiamo ricommettere oggi lo stesso errore di allora. Nizza è l'Europa dei 27. Se vogliamo l'allargamento, si devono fare nuove istituzioni.”
Intervenendo al Parlamento europeo per presentare le priorità della Presidenza francese, Nicolas Sarkozy ha ribadito l'augurio che l'Europa possa riuscire a parlare ai cittadini, dando loro senso di protezione ma anche la dimostrazione di essere capace di agire. “Proteggere non significa essere protezionisti” – ha spiegato il Presidente del Consiglio europeo. ma non è accettabile imporre alle nostre imprese delle regole senza pretendere che le medesime regole siano rispettate dai paesi che esportano nel mercato europeo.
Sarkozy intende fare della “protezione dei cittadini europei” il leitmotiv della Presidenza francese. Ma questo obbiettivo si scontra con tre elementi. Innanzitutto, l'Europa non è attrezzata a proteggere ma a “liberare”, avendo scelto di riservare le politiche di protezione sociale ai singoli stati nazionali. In secondo luogo, il protezionismo esposto da Sarkozy manca di un progetto concreto, allo stato attuale, infatti, non è che un'idea astratta. Infine, il concetto stesso di “protezione” ha una caratterizzazione negativa che rischia di alimentare, invece di sedare, la diffidenza degli europei.
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