Come ai tempi dell'Impero Romano, le due sponde del Mediterraneo tornano ad unirsi in una nuova alleanza economica che merita grande attenzione. I paesi dell'area, dal Marocco alla Turchia, hanno registrato con il volgere del secolo, una crescita degli Investimenti Stranieri seconda solo a quella della Cina. Per molti, l'Europa è condannata ad un declino sicuro, mentre i paesi della costa meridionale del Mediterraneo sarebbero incapaci di organizzare uno sviluppo economico ordinato. Ma aldilà delle difficoltà politiche, questa nuova alleanza potrebbe rivelarsi una combinazione vincente.
L'iniziativa voluta dal Presidente francese merita la massima attenzione da parte dei colleghi europei. Il Nord Africa ha un potenziale enorme, per la popolazione giovane, le risorse energetiche e la prossimità ai più importanti centri di scambio commerciali del mondo. Ma la stagnazione economica rischia di trasformarla in un arco di instabilità, fonte di terrorismo e immigrazione clandestina. Per questo, l'Europa deve ridare slancio alla partnership economica con la regione – il Processo di Barcellona – e convincere i paesi meridionali della serietà dell'impegno europeo. Sarkozy tuttavia ha commesso un errore strategico che rischia di vanificare le potenzialità del progetto. L'Unione per il Mediterraneo ha dato infatti l'impressione di essere più funzionale agli interessi francesi che a quelli europei.
Avendo ottenuto l'ok dei tutti i leader arabi invitati a partecipare al vertice di lancio dell'Unione per il Mediterraneo, la Francia sembra aver ottenuto una vittoria diplomatica Tuttavia, rimane in sospeso la questione se l'iniziativa possa davvero rappresentare un passo avanti nelle relazioni economiche, politiche e culturali tra Europa e paesi arabi o se non si risolva in null'altro che in un'operazione di public relations per il Presidente Sarkozy. I progetti che verranno intrapresi dai membri dell'Unione per il Mediterraneo, infatti, non incidono sull'assetto normativo cui da decenni si rifanno le due sponde del Mediterraneo. La questione sostanziale, insomma, rimane inevasa.
Le Monde Quand Sarkozy surjoue en politique Françoise Fressoz C'è qualcosa di François Mitterrand in Nicolas Sarkozy. Lo stesso modo di considerare che davanti ad un problema la risposta debba essere “politica”. Ma mentre Mitterand diffidava dell'economia, a Sarkozy l'economia interessa. L'attuale Presidente conosce bene le regole del mercato globale ed i limiti del volontarismi nazionale. E tuttavia, quando i dati contrastano con la realtà, eccolo allora giocare la carta della “politica innanzitutto.”
Le Monde Tigre de papier Per giustificare la decisione di partecipare all'inaugurazione dei Giochi Olimpici, Sarkozy ha spiegato che la condizione posta dalla Francia, ovvero che riprendesse il dialogo tra Pechino e il Dalai Lama, si è realizzata. Ma in realtà si sa bene che è vero il contrario, ovvero che, come previsto, gli incontri tra gli emissari della guida spirituale tibetana e le autorità cinesi hanno portato ad un nulla di fatto. D'altra parte, neppure i leader cinesi esitano più a trattare la Francia come una “tigre di carta” che minaccia a vuoto, senza aver la forza di agire di conseguenza.
Hans-Werner SinnL'ondata immigratoria che vive oggi l'Europa ricorda il fenomeno che ha colpito il Vecchio Continente tra il IV ed il VI Secolo.Ora, se prima del grande allargamento del 2004, affrontare la questione era politicamente scorretto, oggi, ad allargamento avvenuto è una precisa responsabilità degli europei discuterne con obbiettività.
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