Haaretz At Paris summit, Assad has all the answers to Mideast conflict
Non si sono incontrati né parlati ma la presenza di Olmert ed Assad a Parigi, per il lancio dell'Unione Mediterranea dimostra la volontà di Israele e Siria di spingere seriamente il negoziato di pace. È lo stesso premier israeliano a confermare il significato dell'incontro parigino, nella prospettiva della pace in Medio Oriente: “Non sono qui per prendere voti, ma perché la considero una responsabilità”. Ma più che ad Olmert, l'attenzione dei leader europei e mediorientali riuniti a Parigi era tutta rivolta al Presidente siriano, Bachar el-Assad. È lui l'uomo che ha in mano la soluzione a tutti i conflitti in atto nella regione, dal Libano – con la riapertura delle sedi diplomatiche – a Israele.
Il negoziato tra Israele e Siria procede, grazie ai buoni auspici della Turchia, seppur non ancora nella fase del dialogo diretto. La Siria ha annunciato che ciò avverrà solo con la mediazione degli Usa, ovvero non prima che alla Casa Bianca si sarà insediato un nuovo Presidente. Per Assad, coinvolgere Bush nella partita sarebbe impensabile. E tuttavia il leader siriano dovrebbe riflettere sul fatto che proprio Bush avrebbe un tale interesse a portare a casa, nell'ultimo scorcio del suo mandato, un successo importante come la pace tra Gerusalemme e Damasco.
I moderati iraniani credono che il presidente francese possa rappresentare l'ultima chance per evitare la guerra con l'Occidente. Gli americani non sono in grado, in piena campagna elettorale, di compiere lo sforzo diplomatico necessario. Il solo leader straniero dotato della credibilità necessaria al ruolo è il Presidente Sarkozy che, con il recente viaggio nel Vicino Oriente ed in Africa, si è guadagnato la fiducia non solo della Siria, ma anche degli oppositori interni del leader iraniano Ahmadinejad, come Ali Akbar Velayati, che fu Ministro degli Esteri nei quindici anni successivi alla rivoluzione.
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