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GLOBAL STOCKS CLOSE HIGHER
International Herald Tribune

Gli indici azionari americani sono in rialzo grazie alla trimestrale sopra le attese di Wells Fargo, una società specializzata in servizi finanziari, e alla flessione dei futures sul greggio che allentano i timori di crisi sul settore finanziario, relegando in secondo piano il dato negativo sui prezzi al consumo negli Stati Uniti. Inaspettatamente, l'offerta di petrolio Usa è salita, causando un abbassamento dei prezzi per il secondo giorno consecutivo, mentre il dollaro, in seguito ad un intervento sulla valuta ventilato dalla Fed, continua a recuperare valore. L'impressione generalizzata è infatti che Ben Bernanke possa presto innalzare i tassi di interesse. Inoltre, Fannie Mae e Freddie Mac, le due compagnie recentemente salvate dal governo e dalla Fed, hanno beneficiato di una crescita del loro titolo di circa 30 punti percentuali. Nel complesso, le recenti evoluzioni dei mercati e le prese di posizione delle istituzioni finanziarie Usa segnalano un quadro abbastanza contraddittorio ed incerto. Basti pensare che nei giorni scorsi, parlando davanti ad una commissione senatoriale,  il governatore della Fed aveva espresso tutte le sua preoccupazione in merito al rallentamento della crescita ed all'aumento dell'inflazione.
 
SHARPEST RISE IN US PRICES FOR 17 YEARS
Financial Times

Il governatore della Federal Reserve ha ricordato ai legislatori Usa che l'attuale livello d'inflazione (era dal 1991 che i prezzi non aumentavano in questo modo su base annua) non è accettabile e che sarà sua priorità riportarlo a livelli più tollerabili per la salute dell'economia Usa. L'intervento al Congresso di Bernanke ha preceduto la diffusione del verbale dell'ultimo incontro degli economisti della Fed. Il documento si sbilancia e sembra prefigurare un prossimo intervento per innalzare il tasso d'interesse. A conferma della difficoltà nell'analizzare lo stato dell'arte, i membri dell'organo sono tuttavia divisi sulla tempistica e la radicalità dell'intervento. I “falchi” sostengono che l'attuale livello dei tassi sia molto, troppo, basso ed incoraggi quindi il propagarsi della spirale inflazionistica, ma l'intervento drastico non convince tutti i membri  della Fed. L'unico punto fermo è la comune convinzione che la gestione del picco inflazionistico rimanga prioritaria rispetto ad ogni misura per rilanciare la crescita dell'economia.

minutes from the Fed's meeting
 
GOODBYE CAPITALISM
Financial Times
Joshua Rosner


Nell'economia capitalista le cose funzionavano grosso modo così: i vincitori guadagnavano ed i perdenti ci rimettevano. Le imprese private erano le migliori nell'allocare i capitali e nel ricavare profitti e, nel caso non riuscissero nell'intento, il mercato era pronto a ricollocare quei capitali e quei profitti a vantaggio degli attori economici più abili. Insomma, gli asset produttivi passavano dalle mani dei più deboli a quelle dei giocatori più forti e, considerando il sistema americano, il governo interveniva solitamente per agevolare il processo. Gli strumenti utilizzati erano la dichiarazione di bancarotta e la riorganizzazione. Quello era il mondo in cui eravamo abituati a muoverci. Quel mondo capitalistico sembra peraltro giunto al termine. Le recenti mosse delle autorità americane, pronte a salvare Bear Stearns, Fannie Mae e Freddie Mac, compagnie gestite malamente dai propri manager, dimostrano la volontà politica di “nazionalizzare” le perdite del sistema privato e di farle ricadere sul già martoriato contribuente statunitense. E' la fine del capitalismo
 

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