Gli Usa non hanno intenzione di impegnarsi in un negoziato diretto con l'Iran, almeno sino a quando Teheran sospenderà l'arricchimento dell'uranio. A riferirlo è un alto funzionario statunitense. La fonte della Casa Bianca mette in chiaro che il sotto-segretario di Stato Usa William Burns si recherà a Ginevra, ma non nelle vesti di negoziatore. Il rappresentante Usa non incontrerà il negoziatore iraniano Saeed Jalili. La sua presenza al vertice è volta principalmente a rafforzare la coesione tra i partner del gruppo 5+1, impegnati nel dialogo sul nucleare di Teheran.
La decisione dell'amministrazione Bush di inviare un diplomatico americano ai negoziati con l'Iran riflette un doppio cambiamento di strategia nella battaglia per la soluzione all'impasse del dossier nucleare iraniano.Innanzitutto, Bush ha deciso di abbandonare la strada del rifiuto ad incontrare l'Iran fino a che questi non sospendesse l'arricchimento.In secondo luogo, la presenza americana al tavolo conferisce al negoziato in corso un peso nuovo. La partecipazione del Sottosegretario di Stato Usa agli affari politici, William Burns, al vertice di sabato a Ginevra con il mediatore iraniano, Saeed Salili, “manda un segnale forte alle autorità iraniane dell'impegno diplomatico degli Usa” – ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack. Nonostante l'insistenza sul fatto che l'iniziativa non rappresenta un cambio di strategia degli Usa, la percezione, soprattutto tra i responsabili della diplomazia europea, è diversa. La presenza di Washington viene infatti vista come un segnale di sostegno al processo negoziale gestito da Solana.
Invertire la posizione assunta sin qui, accettando di inviare un loro rappresentante ai colloqui con l'Iran, rappresenta un “gesto significativo e coraggioso”. La presenza di Burns a Ginevra dimostra che gi Usa non sono capaci solo ad usare il bastone, ma sono pronti adesso anche ad appoggiare la generosa carota offerta dai mediatori europei.La palla adesso è nelle mani di Teheran. Ma il tempo è stretto. Pochi mesi sono infatti sufficienti all'Iran perché ultimi il programma nucleare.
Adesso che gli Usa hanno accettato di inviare un proprio rappresentante diplomatico al tavolo negoziale con l'Iran promosso dal rappresentante della UE, Javier Solana, quello che rimane da capire è se l'iniziativa rappresenti un cambio di strategia dell'Amministrazione Bush, nonostante le smentite ufficiali. La Casa Bianca ha infatti spiegato che la presenza del diplomatico Usa non cambia la posizione sin qui tenuta, ovvero il rifiuto del dialogo diretto sino a che Teheran non avrà sospeso il programma nucleare. "Nothing has changed", ha dichiarato mercoledì Dana Perino, la portavoce della Casa Bianca.Quello dell'Amministrazione Bush, insomma, è un gesto significativo ma simbolico. Se l'Iran non dovesse accoglierlo, la risposta degli Usa potrebbe essere l'inasprimento della linea dura.
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