Un portavoce dell'esercito pakistano ha recentemente affermato che l'accordo firmato da Islamabad e dai ribelli islamisti della regione nord-occidentale dello Swat ha consentito ai taliban di ricompattarsi dopo aver patito serie perdite nel corso dell'offensiva condotta alcuni mesi fa dalle truppe governative.L'accento polemico nei confronti della scelta del governo pakistano è più che evidente. In effetti, i taliban si stanno pericolosamente rinvigorendo e il suddetto accordo sembra destinato a diventare presto carta straccia, dimostrando, ancora una volta, come i combattenti fondamentalisti abbiano buon gioco nel manipolare le pericolanti istituzioni pakistane. Fatto ancor più grave, la situazione pare volgersi al peggio.
Infatti, come sottolineano con crudezza ma efficacemente gli analisti di Stratfor.com, sito web statunitense specializzato in studi strategici,mentre il leader pakistani si barcamenano in un improbabile percorso di pacificazione con i taliban, i loro nemici si stanno preparando ad attaccare alla giugulare. La logica soggiacente alla scelta di Islamabad di negoziare con i taliban si riassume nel seguente compromesso: la fine delle azioni armate islamiste nello Swat in cambio dell'imposizione della sharia nella regione. I taliban invece hanno dato chiari segni di non volersi accontentare, non hanno deposto le armi e stanno tentando di estendere le loro operazioni su scala nazionale. Al governo Zardari rimangono così due possibilità: continuare ad evitare lo scontro frontale lasciando ai jihadisti la possibilità di rafforzarsi o agire con fermezza sbarrando loro la strada prima che sia troppo tardi. In entrambi i casi, conclude l'analisi di Stratfor, il conflitto sarà inevitabile.
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