Il disastro naturale che ha investito recentemente le Filippine, dove una tempesta tropicale ha causato centinaia di vittime, chiama in causa direttamente gli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta. Prende spunto dalla più stretta attualità Timothy Gore, Climate change advisor di Oxfam International presso l'Unione europea, intervenendo all'incontro organizzato da Foreign Policy Centre nei giorni della Conference di Brighton. L'attenzione ai guasti ambientali è stata una delle priorità del triplice mandato laburista al governo, così come viene continuamente ribadito dalle prese di posizione dei vertici dell'esecutivo, da Brown a Miliband, e dall'impegno dell'Ufficio di Tony Blair sulla questione.
E' un problema di burden sharing, di suddivisione delle responsabilità, argomenta l'esponente di Oxfam. L'Occidente si è industrializzato per primo e nelle sue società si è ormai sviluppata e consolidata una coscienza ecologista, meno diffusa nel resto del mondo, dove la priorità assoluta rimane la crescita dell'economia e la diffusione del benessere. L'Europa e gli Stati Uniti obamiani premono perché vengano ovunque adottati standard ambientali più virtuosi, in considerazione dell'impatto devastante che il crescente numero di consumatori asiatici, africani e sudamericani potrà avere sull'equilibrio ambientale mondiale. Cina ed India vogliono invece rappresentare il nuovo mondo in via di sviluppo, accusando europei e americani di essere stati i grandi inquinatori della Storia e di voler impedire ad altri popoli di accedere agli stili di vita da loro conquistati. Inoltre, essi sostengono che spetti propri ai paesi di più antica industrializzazione l'onere di sopportare il peso maggiore di una riduzione globale nel livello delle emissioni inquinanti.
Stephen Twigg, direttore di Foreign Policy Centre e moderatore dell'incontro, concorda con l'analisi di Gore ed auspica un particolare sforzo di responsabilità da parte di Europa e Stati Uniti. Del resto, secondo uno studio presentato dal Princeton Enviromental Institute, e ripreso dal Times, il 50% delle emissioni inquinanti viene prodotto dal 7% della popolazione mondiale. Si tratta ovviamente della fascia più ricca del pianeta, composta principalmente da coloro che vivono nel mondo occidentale.
(continua)
A cura di Fabio Lucchini