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Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, novembre 2010,

Dalla fine della guerra fredda l'ascesa della Cina è stata sicuramente tra gli eventi di maggior rilievo nell'arena politica ed economica mondiale. La crisi economica degli ultimi due anni ha convinto molti osservatori che questo fenomeno possa preludere a una redistribuzione epocale del potere sulla scena internazionale. La crisi infatti non ha segnato solo la vittoria apparente della Cina come grande potenza economica, ma ha anche prodotto una riflessione interna sul modello di sviluppo adottato e sulla proiezione esterna. Oggi la Cina sembra quindi pronta a esercitare anche sul piano geopolitico la sua forza economico-finanziaria, abbandonando il "low profile" lungamente mantenuto in politica estera. Tuttavia resta un grosso interrogativo di fondo sulla capacità cinese di giocare il ruolo di potenza egemone nel lungo periodo, a fronte dei numerosi problemi di carattere interno e della sostenibilità della propria crescita economica.

La crescita economica cinese

La Cina è la seconda potenza economica del mondo per Prodotto interno lordo assoluto nel 2009, dietro agli Stati Uniti e davanti al Giappone. Il suo peso finanziario a livello internazionale sta aumentando perché il paese sta crescendo al ritmo più sostenuto in particolare rispetto agli stati occidentali, ancora in difficoltà a causa della crisi economica e finanziaria. In Cina il Pil crescerà del 10,5 per cento (9,9 in termini reali) entro la fine del 2010, secondo le stime del Fondo monetario internazionale, contro una media mondiale dell'1,5 per cento e una europea dell'1,7 per cento nel 2010 e dell'1,5 per cento nel 2011. Stando ai calcoli del premio Nobel, Robert Fogel, entro i prossimi trent'anni la Cina raggiungerà la cifra record di un Pil da 123.000 miliardi di dollari spostando il baricentro dell'economia internazionale dall'Occidente all'area asiatica.
 

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